Getulio Alviani se n'è andato sabato scorso dopo aver combattuto a lungo con la malattia che lo stava consumando. Una vita dedicata all'arte e alla sperimentazione. Protagonista internazionale dell'arte programmata e cinetica. Per gli amici era semplicemente Get, in armonia con la sua vita semplice, essenziale di artista poliedrico e affabulatore, di teorico e polemista. Alviani era nato a Udine ma il suo percorso artistico è stato legato soprattutto all'ambiente artistico di Milano, dove conobbe e collaborò con i più grandi nomi dell'arte moderna e di avanguardia sin dagli anni Cinquanta: Bruno Munari, Lucio Fontana, Enrico Castellani in Italia, Konrad Wachsman, Josef Albers e Max Bill in campo internazionale. Artista sperimentatore per eccellenza portava in se l'idea della necessità di lavorare in squadra per progetti comuni e condivisi. Ha esposto in numerose centri di fama internazionale, alla Biennale di Venezia e al MO MA di New York. Negli ultimi anni il suo lavoro è stato messo in relazione con l'avvento delle nuove tecnologie informatiche. La sua ultima fatica è legata ad una fondazione che porterà il suo nome. Avrà sede a Milano e sarà un centro di ricerche con borse di studio per studenti e artisti.