Foto: BoBo
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Si apre una settimana intensa per la Slovenia sul piano sociale, con gli scioperi nel pubblico impiego. Nessun compromesso in vista tra sindacati e governo. La coalizione è intanto impegnata a inoltrare in Parlamento le ultime proposte di legge che vorrebbe far passare prima di concludere la legislatura.

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Tre giorni di scioperi, a partire da oggi, con la protesta dei poliziotti, poi domani sarà la volta della Sanità e dell'assistenza sanitaria, mercoledì infine lo sciopero del personale di scuole e asili, dove si prevede una adesione massiccia; saranno garantiti soltanto i servizi essenziali, come la sorveglianza nelle scuole materne e in quelle dell'obbligo per gli alunni del primo triennio, ma niente programmi didattici.

Nelle ultime settimane il governo non e' venuto incontro alle richieste delle varie sigle sindacali che hanno aderito agli scioperi, compreso quello del 24 gennaio, ribadendo la posizione espressa dal ministro della pubblica amministrazione, Koprivnikar; aumenti salariali nella misura richiesta dai sindacati del pubblico impiego significherebbero per le casse dello stato un peso insostenibile. La compagine governativa e' intanto impegnata, in particolare SMC e Desus, a inoltrare in Parlamento proposte di legge che si conta di far approvare prima della fine della legislatura, /a giugno si andrà alle urne, quindi bisognerà tener conto anche della campagna elettorale/, e che fanno parte del Patto di coalizione. Se il governo può mettere nel cassetto risultati soprattutto sul piano del consolidamento delle finanze pubbliche, con un forte aumento degli investimenti stranieri, la crescita economica, con l'incremento del PIL anche superiore alle previsioni e un sensibile calo della disoccupazione, restano dei punti irrisolti. Ancora non si sa quale sarà la sorte del progetto per il secondo binario Capodistria-Divaccia, dopo la recente sentenza della Corte costituzionale in materia di referendum, cui si aggiungono i problemi con la privatizzazione della Nova Ljubljanska Banka. Infine, è ancora incerta la sorte della legge sull'assicurazione e tutela sanitaria, parte chiave della riforma della Sanità.