Il ministro Erjavec ha posto in rilievo l'importanza della Dichiarazione sui diritti umani ed ha sottolineato che Lubiana è rigorosamente impegnata a promuovere costantemente i principi universali e gli standard in materia di diritti umani, contribuendo alla loro progressiva implementazione. Ha espresso preoccupazione per le violazioni di tali diritti in diversi paesi, in modo particolare in Siria, Mianmar, Ucraina, Burundi, Repubblica democratica del Congo e Sud Sudan. Pieno appoggio poi al mandato del consiglio ONU, come organismo centrale per la tutela dei diritti umani. Due le risoluzioni che la Slovenia intende sottoporre a questa sessione e che riflettono gli aspetti prioritari dei diritti umani, nonchè i diritti degli appartenenti alle minoranze. L'organismo, che ha sede a Ginevra, è stato istituito nel 2006 e ha il compito di supervisionare il rispetto e le violazioni dei diritti umani in tutti gli stati aderenti alle Nazioni Unite e informare sullo stato dei diritti umani nel mondo.
A margine della sessione, che si concluderà il 23 marzo, Erjavec ha incontrato anche il ministro degli esteri palestinese, Riad El Malki, con il quale ha discusso del processo di pace in Medio Oriente, della situazione nella regione e dei rapporti tra Slovenia e Palestina. Ricorderemo che in Slovenia è in corso un intenso dibattito sul riconoscimento della Palestina come stato indipendente. Il tema sarà all'ordine del giorno della prossima riunione del governo, dopo diversi rinvii, dovuti alla necessità di permettere una approfondita analisi degli effetti e delle possibili conseguenze di questo passo. Successivamente sarà la volta del Comitato esteri, seguirà l'esame alla Camera di Stato, che dovrà esprimersi sull'approvazione o meno dell'atto di riconoscimento dello stato palestinese.