È sempre più intenso il rapporto fra la Lega e il Movimento 5 Stelle, contatti che per ora puntano a trovare un accordo sulle presidenze delle Camere, ma che potrebbero diventare anche l'avvio di una trattativa sul governo.
A prendere l'iniziativa è lo stresso leader dei 5 Stelle Luigi di Maio che ha annunciato una serie di contatti con tutti i leader dei gruppi parlamentari: "Vogliamo - ha detto - coinvolgere tutti in questa fase di individuazione delle figure che presiederanno le Camere, naturalmente riconoscendo il peso specifico di ogni vincitore".
Parole che sembrano tagliar fuori Forza Italia, l'unico partito con cui i 5 Stelle al momento in intendono stringere accordi, ma a cui Salvini voleva concedere la presidenza del Senato. Di Maio, che punta a eleggere un grillino alla Camera, ha però escluso di poter appoggiare pregiudicati o inquisiti, una frase che va dritta a due candidato del centro destra, il capogruppo di Forza Italia al Sento Paolo Romani e Roberto Calderoli della Lega.
Lega e 5 Stelle però sembrano ormai concordare su un alto punto fondamentale, vale a dire, nonostante le dichiarazioni post elettorali, evitare un ritorno al voto, un'eventualità che, nonostante la crescita di popolarità dei due partiti, non sarebbe politicamente accettabile.
Tutto sembra portare a un governo Lega - 5 Stelle, un passo però temuto dall'Europa, e che aprirebbe una frattura profonda nel centro destra.
Anche per questo rimane in piedi la possibilità di un governo di larghe intese, a cui guarderebbe con interesse anche parte del Pd, a partire dal segretario reggente Martina, nonostante la contrarietà di Matteo Renzi.
Il Pd però deve anche fare i conti con la propria rifondazione dopo il disastro elettorale, un'operazione difficilmente compatibile con ruoli di governo: "La sinistra - ha detto Walter Veltroni, esponete storici del partito - non ha colto la trasformazione della società, ha perso il rapporto con il popolo e senza il popolo non esiste la sinistra".