L'assenza di acqua potabile, e di strutture igienico sanitarie, negli insediamenti rom rappresenta una grave minaccia per la diffusione del coronvirus. Il presidente del Forum dei consiglieri rom Darko Rudaš è chiaro - questa volta, dice, non ci appelliamo al diritto inalienabile sancito dalla costituzione slovena che tutti devono aver accesso all'acqua potabile ma al fatto che le condizioni precarie in cui versano alcuni campi nomadi, potenzialmente possono diventare focolai di diffusione del coronavirus. Una situazione esplosiva, che senz'acqua, diventerebbe impossibile da gestire.
Rudaš si rivolge al Governo, alla Protezione civile e ai sindaci dei 5 comuni della Bassa Carniola, Dolenjska, dove la situazione è più grave, di provvedere quanto prima ad installare dei serbatori per l'acqua potabile. E' realisticamente impossibile chiedere, e noi non lo facciamo, di risolvere la questione in maniera sistematica, ancora il presidente del Forum, chiediamo che in questi insediamenti venga portata l'acqua, non gratuitamente, ma ad un prezzo ragionevole e accessibile per tutti. Rudaš ha ribadito che anche il direttore facente funzioni dell'Ufficio governativo nazionalità Stane Baluh si è detto daccordo con la soluzione proposta. Il problema è serio e non va sottovalutato, ha detto.
Rudaš ha puntato il dito anche contro il sistema scolastico. Non tutti i bambini di etnia rom, in questo momento, hanno la possibilità di seguire le lezioni a distanza, vivono in areee senza connessione internet, sono senza computer o cellulare. Esclusi dalla didattica digitale soprattutto gli alunni della Bassa Carniola, per i quali va pensato un programma alternativo, mentre quelli dell'Oltremura, stando agli insegnanti rom di supporto, le lezioni si starebbero svolgendo regolarmente. (ld)