Il mondo dell'economia accoglie con diffidenza l'invito del primo ministro Robert Golob al dialogo con il governo, rivolto al vertice tenutosi la scorsa settimana a Brdo. Le riserve derivano dal fatto che ritengono di essere stati ingannati troppe volte nell'ultimo periodo e di essere stati caricati di oneri aggiuntivi. Per tale motivo pongono determinate condizioni per tornare al tavolo negoziale. "Accettiamo l'invito al dialogo del Primo Ministro, ma restiamo molto prudenti", ha sottolineato il presidente della Camera di commercio della Slovenia, Tibor Šimonka, assieme ai rappresentanti di 15 associazioni imprenditoriali. Šimonka ha citato ancora una volta l'annullamento della maggior parte degli sgravi promessi, modifiche fiscali che non ci sono state, obblighi aggiuntivi derivanti dai cambiamenti alla legge sui rapporti di lavoro, la conversione dell'assicurazione sanitaria integrativa volontaria in contributo obbligatorio, l'introduzione di un nuovo prelievo per coprire i costi dell'assistenza a lungo termine. "Se il primo ministro pensa seriamente quando dice di voler rilanciare il dialogo sociale e propone come primi temi la riduzione della burocrazia e la riforma fiscale, allora il governo blocchi l'aumento delle tasse alle aziende, cancellando almeno il pianificato aumento dell'imposta sui redditi delle aziende, pari al tre percento per i prossimi cinque anni, previsto dalla legge di intervento per la ricostruzione e lo sviluppo dopo le alluvioni di agosto e introduca invece un contributo obbligatorio di solidarietà". Šimonka ha posto in rilievo anche il problema energetico. La transizione verde è un dato di fatto ma è essenziale anche l'autosufficienza energetica del paese, vanno quindi sfruttate tutte le risorse a bassa emissione di carbonio e va presa il prima possibile una decisione sul secondo blocco della centrale nucleare di Krško. A tale proposito si propone di indire un referendum da tenere la prossima primavera, assieme alle elezioni per il Parlamento europeo.
Delio Dessardo