Siamo ben lontani da una di stretta di mano tra Governo e i sindacati. Quest'ultimi hanno ottenuto nel nuovo round negoziale una risposta labile, per usare un eufemismo, sul come l'esecutivo intende rispondere alle richieste che sono anche all'origine degli annunciati scioperi se non si arriverà ad un compromesso. Bisognerà dunque aspettare ancora per poter definire l'esito del doppio confronto. Dopo quello di carattere tecnico di venerdì, la delegazione governativa ha illustrato le controproposte. Prospetta un piano dilazionato in tre anni con un costo di 234 milioni di euro, circa 70 milioni in meno dell'offerta fatta in marzo dal governo guidato da Cerar, poi dimessosi decretando così lo stop delle trattative. Una proposta in definitiva 4 volte inferiore alle rivendicazioni sindacali, che secondo le stime del governo hanno un valore di 972 milioni di euro. I sindacati desiderano proseguire la trattativa da dove si era interrotta a primavera con il precedente governo e inviata al governo nella giornata di lunedì, quando hanno anche precisato su cosa non desiderano trattare. I sindacati hanno ribadito di voler intavolare un vero dialogo, "altrimenti - affermano - continueremo a dare vita a forti azioni di protesta, sino ad arrivare allo sciopero generale programmato per il 4 dicembre". Da sottolineare che non tutte le sigle sindacali del pubblico impiego sono sulla stessa lunghezza d'onda, sia su come affrontare la trattativa con il governo, sia in materia di retribuzioni. Nell'occasione erano assenti i rappresentanti delle due sigle sindacali della polizia, che il governo incontrerà mercoledì.