
Questa domenica ci ha lasciato uno dei romanzieri latino americani più prolifichi e famosi dell'ultimo secolo: Mario VargasLlosa. Nato a Arequipa, in Perù, il 28 marzo del 1936, Vargas Llosa non è stato soltanto un autore, ma anche un attivista politico. Alla sua passione per la scrittura e il giornalismo, iniziata nel 1959, il premio Nobel ha affiancato l'impegno nella vita sociale e politica: vicino, in una prima fase, al comunismo e ammiratore di Fidel Castro, ha virato poi su posizioni neoliberiste Un cambio di rotta che lo ha condotto ad essere nel 1990 candidato dalla coalizione di centro-destra alle presidenziali del Perù. Vargas Llosa fu, però, battuto dal centrista-neoliberista indipendente Alberto Fujimori.
Il suo primo romanzo fu 'La città e i cani'. Il libro pubblicato nel 1963 raccontava in forma romanzata la sua esperienza alla scuola militare di Lima, metafora della violenza che, secondo lui, caratterizzava la società moderna. L'opera venne accolta con scandalo in Perù e suscitò le ire dei militari peruviani che sentendosi diffamati giunsero addirittura a bruciarla in piazza, mentre in Europa il libro ottenne grandi consensi. In seguito Vargas Llosa pubblicò moltissime altre opere, che lo incoronarono come una delle voci più influenti della sua epoca.
Oltre al premio Nobel, lo scrittore peruviano ha ottenuto molti altri riconoscimenti. Nel 1993 Vargas Llosa chiese ed ottenne la cittadinanza spagnola e nel 1994 fu nominato membro della Real Academia Española.
Barbara Costamagna