Il partito di centro destra spagnolo Ciudadanos ha reso noto che non parteciperà ai negoziati dei socialisti per formare un governo ma che guiderà l'opposizione. Lo ha dichiarato il portavoce del partito precisando che Ciudadanos non parteciperà ad alcun negoziato che permetta al premier incaricato Sanchez di ritornare alla Moncloa. Si profila quindi nuovamente uno stallo dopo il voto di ieri. Sanchez potrebbe cercare l'intesa con i nazionalisti baschi e gli indipendentisti catalani, che porterebbe al nuovo esecutivo, mentre la destra del partito popolare, di Ciudadanos e dell'ultra destra Vox si fermerebbe a 147 seggi, meno dei 176 necessari per la maggioranza. Socialisti e Ciudadanos avevano già tentato di allearsi senza successo nel 2016. Il partito di centro destra è passato da 32 a 57 seggi e coltiva l'ambizione di divenire il primo partito di destra dopo la disfatta del partito popolare, precipitato a 66 seggi. Tra gli eletti al parlamento iberico anche i 5 separatisti catalani attualmente in carcere per il loro ruolo nel tentativo di seccessione della Catalogna nel 2017. Per Sanchez gli indipendentisti, che sono passati da 17 a 22 seggi, non sono affidabili in quanto hanno affondato il vecchio esecutivo non votando la legge di bilancio, ma gli garantirebbero, assieme a Podemos, la maggioranza in parlamento. Gli indipendentisti continuano a rivendicare il referendum, e la maggioranza potrebbe crollare se i leader già eletti fossero pesantemente condannati. Da segnalare che il parlamento uscito dalle elezioni vede 164 deputati su 350, 26 in più rispetto alla scorsa legislatura, pari al 46,8 per cento degli eletti. Si tratta del risultato più a favore delle donne dall'entrata in vigore nel 2007 della legge sulla parità secondo cui nelle candidature la rappresentanza dei 2 sessi non può essere inferiore al 40 per cento o superare il 60 per cento. I primi 2 partiti, socialisti e popolari, contano più deputate che deputati, rispettivamente con il 52 per cento ed il 51,5 per cento.

Foto: Reuters
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