Zoran Mušič (Bukovica 1909-Venezia 2005) è stato interprete di una vicenda umana e pittorica unica, che ha gli ha riservato ampi riconoscimenti internazionali. Nel film racconta la vicenda che più ha segnato la sua vita e la sua produzione artistica. Sospettato di essere una spia, nell'ottobre del 1944 viene arrestato a Trieste, imprigionato nella Risiera di San Sabba, e poi deportato nel campo di concentramento di Dachau, in Germania. Qui resterà in prigionia fino alla Liberazione del 1945 ed eseguirà una serie di disegni legati alla tragica vita in internamento, all'Olocausto e alle sue conseguenze. Racconterà: "Ero come in una morsa di uno stato febbrile, con irrestibile necessità di disegnare per non farmi sfuggire questa grandiosa e tragica bellezza". Da questi schizzi, molti dei quali poi acquistati dal Kunstmuseum di Basilea, nascerà un ciclo tematico eseguito a partire dagli anni '70: Nous ne sommes pas les derniers, che conferma il successo internazionale dell'arte di Mušič.
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