Erano poche le persone in Croazia ieri che non avevano almeno un richiamo alla bandiera o alla scacchiera biancorossa, fosse un indumento, un foulard, una sciarpa o del trucco sul viso. Che non fosse una giornata ordinaria lo si capiva sin dal confine, dal cappellino dei poliziotti, per proseguire con le magliette dei casellanti, passando attraverso molte auto, con bandierine, cofani o specchietti foderati. Bandiere ovunque, dai quartieri periferici, ai villaggi rom, fino al centro citta', con ristoranti e bar attrezzati per mostrare la partita. I megaschermi erano gremiti.
La punizione di Griezmann deviata da Mandzukić nella propria porta in apertura di partita faceva calare il silenzio, fino al boato dovuto al diagonale di Perišič, che pareggiava i conti. Una leggera pioggerellina diveniva sempre piu' insistente: mentre l'argentino Pintana faceva ricorso al VAR e Griezmann trasformava il rigore del 2-1, su Fiume diluviava. Nella ripresa gli attacchi della Croazia tenevano vive le speranze, fino alle reti di Pogba e Mbappé, che portavano il punteggio sul 4-1. La Croazia ci prova ancora, con Mandzukić che pressa il portiere Lloris insaccando un rimpallo. Il pubblico continua a cantare, fino al triplice fischio che sancisce la conquista da parte della Francia della Coppa del Mondo per la seconda volta nella storia, con Deschamps che la sollevava prima da capitano, nel 1998, e oggi da ct.
Il pubblico croato comunque applaude, canta e balla. Esplodono fumogeni e mortaretti, si odono clackon e musica ovunque, con i festeggiamenti che proseguono fino tardi, in un paese probabilmente soddisfatto per il secondo posto, che rimane il miglior risultato di sempre.