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La commissione parlamentare per gli affari costituzionali deciderà oggi in merito alla proposta del partito democratico e di Nuova Slovenia di apportare integrazioni alla legge costituzionale per tutelare la Nova Ljubljanska Banka di fronte alle sentenze dei tribunali croati passate in guidicato, quindi esecutive, riguardanti i trasferimenti dei depositi in valuta dei risparmiatori della vecchia Ljubljanska Banka. In base alla proposta, la NLB non dovrebbe versare gli importi stabiliti dai giudici croati. Qualora si arrivasse ad esecuzioni forzate, la Slovenia farebbe scattare provvedimenti compensativi.
Il ministro delle finanze, Mateja Vraničar Erman, /dopo che la commissione parlamentare per il controllo delle finanze pubbliche ha dato luce verde alla proposta inoltrata da SDS e Nuova Slovenia per regolamentare la materia/, ha spiegato che l'esecutivo, ancora in carica per il disbrigo degli affari correnti, ha sul tavolo ulteriori soluzioni, integrabili con la proposta dei due partiti di opposizione. Di fronte alle nuove sentenze, la Slovenia potrebbe decidere di ricorrere ai mezzi del fondo per la successione, per i danni già subiti dalla NLB ciò non sarebbe invece possibile, in quanto dovrebbe notificare gli aiuti di stato alla Commissione Europea. Sono quattro finore i procedimenti conclusi dai tribunali croati, uno favorevole all'istituto di credito lubianese, tre invece a suo danno. Lubiana difende la posizione secondo cui l'irrisolta questione del trasferimento dei depositi in valuta dei risparmiatori dalla vecchia LB è un tema che riguarda la successione alla ex federazione jugoslava. Con l'accordo di Mokrice del 2013 ciò era stato riconosciuto anche dalla Croazia, che poi aveva però deciso di interpretare il tutto come un contenzioso tra banche, aprendo di fatto la strada ai procedimenti giudiziari dei suoi tribunali contro la Nova Ljubljanska Banka, considerata successore giuridico del vecchio istituto di credito.