"Piangiamo la morte del grande leader, il fratello martire, Yahya Sinwar", ha detto Khalil Al Hayya, il secondo in comando di Hamas, in una dichiarazione trasmessa dalla televisione qatariota, Al Jazeera. Il vice di Sinwar ha inoltre affermato che gli ostaggi catturati non verranno restituiti finché l'esercito israeliano non porrà fine alla sua aggressione a Gaza e non si ritirerà completamente dall'enclave devastata.
Anche Basem Naim, alto responsabile di Hamas, ha dichiarato che la morte di Sinwar non significa la fine del gruppo estremista. "Israele sembra credere che uccidere i nostri leader significhi la fine del nostro movimento e della lotta del popolo palestinese", ha detto. Hamas, ha aggiunto Naim, "è un movimento di liberazione guidato da persone che cercano libertà e dignità, e questo non può essere eliminato".
Pure le brigate di Al Qassam, l'ala militare di Hamas, sono convinte che la lotta contro Israele continuerà fino alla liberazione della Palestina, "finché l'ultimo sionista non sarà espulso e finché tutti i nostri diritti legali non saranno riconquistati", ha detto il gruppo.
A commemorare la morte di Sinwar, inoltre, i ribelli yemeniti Houthi e il movimento libanese Hezbollah. "Le mie sincere condoglianze e grandi benedizioni al movimento di Hamas e al caro popolo palestinese per il grande leader Yahya Sinwar che riceve la medaglia del martirio", ha scritto su X un portavoce degli Houthi. "Gaza e la causa palestinese", ha aggiunto, "sono destinate alla vittoria, non importa quanto grandi siano i sacrifici".
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