Borut Pahor Foto: BoBo
Borut Pahor Foto: BoBo

Un forte appello alla collaborazione e a continuare sulla strada dell'integrazione europea; lo ha lanciato da Sarajevo Borut Pahor, intervenendo al Forum economico dei Balcani occidentali. La stessa Unione europea, secondo Pahor, dovrebbe essere più sensibile al percorso di partenership della Bosnia-Erzegovina. Secondo il Capo dello Stato infatti, l'ingresso di Sarajevo nel novero dei Paesi comunitari favorirebbe sia il processo di riforme legislative che il superamento degli ostacoli politico-burocratici ancora presenti nei rapporti tra la Federazione e i Paesi confinanti. La commissione europea commette un errore, dice Pahor, vedendo nell'allargamento dell'UE ai Balcani occidentali un processo squisitamente tecnico. Si tratta invece di un processo profondamente politico, che richiede un approccio tattico molto impegnativo. Questioni giuridiche, politiche e nazionali che, nel caso della Bosnia-Erzegovina, si manifesteranno quando si tratterà di affrontare i vari capitoli negoziali per aderire all'Europa comunitaria. C'è il rischio, avverte Pahor, che dopo l'ingresso della Croazia e quello, atteso, della Serbia, per la Bosnia-Erzegovina la porta resti chiusa ancora per molto tempo. In questo caso, i problemi non ancora risolti attraverso la riconciliazione e altri processi di distensione, potrebbero diventare una seria minaccia, sia per la stabilità del paese che dell'intera regione balcanica. Da Bruxelles quindi una sensibilità politica maggiore per la Bosnia-Erzegovina, per far si che tutte e tre le comunità e religioni che la compongono, si identifichino in uno stato e in un futuro comuni.