È il giorno della verità per il Movimento 5 Stelle: dalle 9:00 alle 18.00 i 115 mila iscritti al Movimento possono votare sulla piattaforma Rousseau per dire "sì" o "no" all'accordo con il Pd.
Si tratta di un passo fondamentale e delicato per la nascita del governo Conte: parte della base, e anche alcuni parlamentari dei 5 Stelle, non sarebbero infatti favorevoli a un accordo con il Partito democratico, e in caso di esito negativo l'intesa faticosamente raggiunta potrebbe saltare.
A riprova dell'importanza del voto ci sono anche i messaggi pubblicati in rete dal capo politico del Movimento, Luigi di Maio, da molti accusato di non essere entusiasta dell'accordo con il Pd. "Voglio rivolgermi - ha detto - a chi in queste ore ha dei dubbi: non c'è un voto giusto o un voto sbagliato, ci sono le vostre idee e la somma delle vostre idee indirizzerà il Movimento. Il M5S è partecipazione, noi abbiamo già vinto."
Lo stesso Premier incaricato, Giuseppe Conte, ha deciso di rivolgersi agli iscritti dei 5 Stelle, invitando "a non tenere nel cassetto queste idee, questi sogni", davanti c'è "una sfida non da poco" ha aggiunto "ma - ha concluso - abbiamo un'occasione unica per fare il bene degli italiani".
Le trattative intanto continuano e sembrano essere ormai alla fase finale. Lo stesso Luigi di Maio ha ricordato come nel programma, pubblicato sulla piattaforma dei 5 Stelle, ci siano tutti i 20 punti chiesti dal Movimento, e ha anche rinunciato a pretendere la carica di vicepremier dopo il passo indietro fatto dal Pd.
Un vertice nella notte fra Pd e 5 Stelle sembra aver chiarito i punti fondamentali dell'intesa anche se non mancano delle incertezze sui nomi della squadra di Governo.
Dopo la rinuncia alla carica di vicepremier, Di Maio potrebbe puntare al Viminale, ma è più probabile la nomina di un tecnico. Quasi certe le conferme dei 5 Stelle di Riccardo Fraccaro, Alfonso Bonafede e Sergio Costa, ai rapporti con il Parlamento, Giustizia e Ambiente come l'arrivo del capogruppo alla Camera Stefano Patuanelli alle infrastrutture.
Il Pd Andrea Orlando punta agli esteri, mentre per l'Economia si pensa a un tecnico. Fra i nomi quelli di Salvatore Rossi, direttore della banca d'Italia, Dario Scannapieco, vicepresidente della BEI, o dell'economista Giuseppe Pisauro.


Alessandro Martegani


Foto: EPA
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