Foto: Reuters
Foto: Reuters

La strage di Cutro si poteva evitare. Ne sono convinti i magistrati di Crotone che hanno emesso l’avviso di conclusione delle indagini preliminari. I reati ipotizzati nei confronti dei sei indagati sono naufragio colposo e omicidio colposo plurimo. Quella notte persero la vita oltre 90 migranti, tra cui 35 bambini, e molti corpi non furono mai ritrovati. Ci sarà dunque un processo per i mancati soccorsi al barcone naufragato, tragedia per la quale i livelli di responsabilità sono diversi: maggiori per la Guardia di Finanza che quella sera decise di rientrare in porto abbandonando le ricerche del caicco senza avvertire la Guardia Costiera, la quale aveva i mezzi più adatti alle condizioni meteo proibitive, falsificando poi i diari di bordo di quella notte. Nell’avviso di conclusione indagini sulla strage, il procuratore Capoccia ha scritto che “se i comportamenti dei sei indagati fossero stati diligentemente tenuti, avrebbero certamente determinato l’impiego di assetti della guardia costiera per l’intercetto del natante, sicuramente idonei a navigare in sicurezza, impedendo in tal modo che il caicco fosse incautamente diretto dagli scafisti verso la spiaggia di Cutro”. Quattro uomini della Guardia di Finanza e due della Guardia Costiera, in relazione alle operazioni di soccorso, affronteranno un processo che dovrà stabilire se ci sono stati ritardi e di chi è la responsabilità.

B.Ž.