Il sindacato della Polizia di Stato di Trieste ha rilasciato una nota in cui spiega che negli ultimi giorni nel capoluogo giuliano e nei territori limitrofi sono stati rintracciati una novantina di migranti provenienti dalla Sloveni attraverso la rotta balcanica e di questi solo 12 sono stati riammessi in territorio sloveno. Nella nota si chiede di rivedere gli accordi bilaterali in vigore, costringendo il Governo sloveno ad adempiere in tutto e per tutto ai doveri degli accordi controfirmati con i trattati di Schengen e Dublino. Il sindacato di Polizia chiede inoltre di snellire la burocrazia per i respingimenti, elemento imprescindibile, unito alla maggiore responsabilità di Lubiana, il punto più importante da portare al tavolo di trattativa dal ministro degli Esteri italiano, Luigi Di Maio, con l'omologo sloveno, in modo da risolvere la situazione, in un territorio che da parte italiana deve fare i conti con la carenza di personale e di mezzi adeguati nel fronteggiare la crisi migratoria.

Secondo le ultime notizie pervenute, l'incontro tra i ministri degli Esteri italiano e sloveno non avverrà questo fine settimana, come inizialmente annunciato, ma molto probabilmente a Lubiana il prossimo 6 giugno.

Intanto da oggi sessanta militari del raggruppamento Veneto e Friuli Venezia Giulia sono impegnati nelle attività di controllo della frontiera italo-slovena, secondo quanto deciso dal comitato per la sicurezza e l'ordine pubblico tenutosi nella Prefettura di Gorizia. L'attività si inserisce nell'ambito dell'operazione “Strade sicure”. I militari, insieme alla Polizia di Frontiera, saranno impegnati a contrastare l'immigrazione irregolare, con particolare attenzione ai mezzi di trasporto usati per far entrare immigrati irregolari in territorio italiano.

Debora Serracchiani, deputata del Partito democratico, ha commentato questa operazione affermando: “Il Viminale sta rispondendo con prontezza ed efficacia al fenomeno dei nuovi transiti di migranti sul confine italo-sloveno. I militari daranno un importante contributo alla Polizia di frontiera nella vigilanza dell'area. Altrettanto importante è però l'iniziativa diplomatica che si deve dispiegare in fase preventiva nei Paesi dell'area balcanica, per evitare che a nordest si crei un collo di bottiglia di difficile controllo e gestione".

Davide Fifaco

Foto: Reuters
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