Foto: Martegani
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Nel giro di pochi giorni nel capoluogo giuliano arriveranno 900 delegati, migliaia di fedeli, e soprattutto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e Papa Francesco.
Sono solo i tratti più evidenti della Settimana sociale della Chiesa, l’evento, giunto alla cinquantesima edizione, organizzato dalla Conferenza Episcopale italiana a Trieste.
Per sei giorni i delegati delle comunità cattoliche italiane si confronteranno sui grandi temi del momento, a partire dalla democrazia, cuore dell’evento, intitolato “al cuore della democrazia”, partecipare fra storia e futuro.
Non sarà però un confronto chiuso fra i muri di un centro congressi: l’organizzazione ha aperto il dibattito alla città, come ha spiegato Elena Granada, vice presidente del comitato scientifico e organizzatore.

La Chiesa che si apre a tutta la società".

Elena Granada

La partecipazione - spiega - è il tema centrale della settimana: sono state aperte al confronto delle piazze vere, non simboliche, in molti punti della città”.
Le mattine sono dedicate ai 900 delegati, un terzo donne e un terzo giovani, non solo per ascoltare relazioni, ma per partecipare al confronto, a piccoli gruppi, ma nel resto della giornata il dibattito si trasferirà in 16 piazza tematiche, che consentiranno d’intervenire a chiunque voglia partecipare, e questa è una novità: la Chiesa che si apre a tutta la società”.

Foto: Martegani
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Anche per questo è stata scelta Trieste, una terra di confine, che ha fatto però del dialogo una necessità per tenere unita una città composta da molte comunità, come conferma monsignor Enrico Trevisi, vescovo di Trieste: “Mi piace pensare – ha detto - che Trieste sia anche un laboratorio nel quale noi possiamo testimoniare agli altri che, dopo i drammi delle violenze che si sono fatte per le dittature e per le guerre, ora c'è invece uno spazio di stima, di collaborazione e nel quale si riconosce l'identità di ciascuno. Non siamo condannati a combatterci, siamo invece, questo è il progetto Dio, chiamati a riconoscerci fratelli: lo siamo, ma siamo chiamati a riconoscerci, nelle differenze”.

Non siamo condannati a combatterci, siamo invece, questo è il progetto Dio, chiamati a riconoscerci fratelli".

Enrico Trevisi

In molte aree della città sono stati allestiti dei gazebo delle organizzazioni cattoliche, spesso raggruppate in “Villaggi delle buone pratiche”, dove si potranno conoscere le esperienze di organizzazioni e gruppi che hanno dato risposte concrete ai problemi della società, mentre continua l’allestimento in piazza Unità del mega palco che ospiterà l’inaugurazione, alla presenza di Sergio Mattarella e poi l’evento finale di domenica, la messa con l’omelia e l’Angelus pronunciati da Papa Francesco.

Alessandro Martegani