Il governo sloveno ha deciso, su indicazione del gruppo di esperti incaricato di seguire l'emergenza coronavirus, che da domenica per quanti rientrano dai paesi maggiormente a rischio, inseriti cioè nella lista rossa, la quarantena sarà di dieci giorni, non più 14. Inoltre, ha spiegato Kacin, la validità dei test negativi al tampone, se effettuati all'estero, viene portata da 36 a 48 ore. Il certificato dovrà però venir emesso da una istituzione di riferimento riconosciuta dall'istituto sloveno di microbiologia e dal laboratorio nazionale per la salute e l'alimentazione. Per i viaggi nei paesi a rischio, per funerali o il mantenimento dei contatti con parenti stretti, anche genitori, non vi saranno più limitazioni per quanto riguarda la durata; questo però a condizione che al rientro in Slovenia venga esibito un test di negatività vecchio non più di due giorni. Aleš Rozman, direttore della clinica per malattie polmonari di Golnik, ha evidenziato che la maggior parte di quanti rimangono esposti al virus, si ammala tra il quinto e il settimo giorno dopo il contagio, dopo dieci giorni invece la percentuale è minima. Per tale motivo la riduzione della quarantena non rappresenta un rischio, perché' non si hanno quasi più casi di contagi di importazione. Anche il portavoce del governo, Kacin ha detto che al momento sono praticamente ridotti a zero i contagi provenienti dall'estero, il virus continua però a estendersi internamente per l'intera Slovenia; i principali focolai, ha detto, sono le scuole e le case di riposo. Da segnalare ancora che il governo ha prorogato i provvedimenti restrittivi in materia di assembramento negli spazi pubblici. Mercoledì intanto numero ancora molto alto di test effettuati e casi di contagio accertati. Su 2489 tamponi, 77 positivi; 26 le persone ospedalizzate, 5 in terapia intensiva, nessun decesso. Il maggior numero di contagi a Lubiana, 18, a seguire Maribor, con 10. 4 i contagi nel Litorale, uno anche nella fascia costiera, ad Ancarano.

Delio Dessardo

Foto: BoBo
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