
Assoluzione piena per i tre coimputati del processo Trenta. Sono trascorsi solo tre giorni da quando il pubblico ministero Boštjan Valenčič aveva chiesto due anni di reclusione per Janša e Kastelic, e un anno di pena sospesa per Gantar, ma le prospettive per il popolo dell'SDS sembrano capovolte, quantomeno da un punto di vista giudiziario. Martedì scorso le centinaia di manifestanti pro-Janša erano sul piede di guerra in attesa di una sentenza di condanna che credevano già scritta, versione peraltro confermata da alcune improbabili ricostruzioni circolate sui social. Il tribunale di Celje aveva seccamente smentito queste voci, e la sentenza emessa oggi in fin dei conti conferma che non c'era alcun pregiudizio né volontà di incriminare l'ex premier, che prima dell'udienza di martedì aveva paventato il remake dell'affaire Patria. Per il giudice non ha retto l'impianto accusatorio di Valenčič, secondo cui Janša aveva abusato della sua posizione di primo ministro aiutando Kastelic a ottenere un corrispettivo troppo alto per quel terreno nell’alto isontino, beneficiando della plusvalenza come effettiva forma di corruzione. La tensione fra i manifestanti era palpabile martedì nell’attesa della sentenza, così come oggi, e infatti se il capitolo processuale è concluso, quello politico è appena all’inizio, ha detto Janša. Il leader dell’opposizione ha voluto innanzitutto ringraziare i suoi sostenitori, giunti ancora una volta in massa davanti al tribunale di Celje, per poi aggiungere che “una giustizia ritardata equivale a una giustizia negata, indipendentemente dal risultato finale”, arrivato 15 anni dopo l’inizio del processo. La battaglia politica si concentrerà ora sulle "centinaia di persone" ingiustamente coinvolte in procedimenti giudiziari, a partire dagli ex ministri del suo governo, senza però dimenticare il ministro che ha firmato la compravendita dell’edificio su Litijska sul quale, ha aggiunto Janša, non è aperto alcun fascicolo di indagine. Appello infine al voto per il prossimo referendum sull’integrazione pensionistica per meriti artistici straordinari, con la richiesta di presentarsi alle urne anche per evitare il rischio che questo diritto venga tolto.
Valerio Fabbri



