Presso Palazzo Gravisi-Buttorai a Capodistria, sede dell'Unione Italiana, si è tenuto un workshop su identità, lingua e rapporti transfrontalieri, con la partecipazione di giovani appartenenti alla Comunità Nazionale Italiana in Slovenia e alla Comunità Nazionale Slovena in Italia. L'incontro ha promosso il dialogo e la comprensione reciproca tra le due minoranze. L'evento si inserisce nel progetto "Borderless Gen", gestito dall'Ufficio "Europa" dell'Unione Italiana con il supporto dell'Unione dei Circoli Culturali Sloveni di Trieste, e realizzato grazie al contributo dei volontari del Servizio Civile Universale.
La comprensione delle diverse culture e tradizioni delle due realtà comunitarie, delle lingue, dell'identità intesa come senso di appartenenza, delle interferenze linguistiche e dei rapporti transfrontalieri ha animato i partecipanti durante il confronto. Questo li ha spinti a riflettere su come vivono gli altri, su ciò che li rende unici e, al tempo stesso, simili. L'incontro ha offerto l'opportunità di approfondire le rispettive identità e di comprendere l'evoluzione che ciascuna ha avuto nel tempo. È emersa una maggiore consapevolezza dell'importanza di rispettare le differenze. Uno degli aspetti che ha catalizzato maggiormente l'attenzione è stata la mancanza di trasparenza sul passato, sulla storia collettiva del territorio e sulle molteplici interpretazioni del passato storico, che continuano a dividere piuttosto che unire. Questo aspetto è stato sottolineato dalla moderatrice dell'evento, Martina Tonet: "Credo che sia un tema molto complesso, che riporta a una storia segnata da traumi. Durante l'incontro, abbiamo visto che ci sono stati dei cambiamenti: oggi c'è molta più apertura nei confronti di un tema che, in passato, era forse un tabù. Credo che incontri, workshop e dialoghi come questo siano estremamente importanti per superare certi stereotipi. I traumi e le memorie, che ancora oggi ci tengono legati a un passato che ci impedisce di avanzare, devono essere affrontati. Tuttavia, le nuove generazioni dimostrano una maggiore apertura, sia nel confrontarsi con l'altro sia nel rivedere una storia che spesso divide. In tal senso, questi dialoghi non solo aiutano a crescere, ma gettano le basi per un futuro migliore."
L'evento si inserisce nel progetto "Borderless Gen", gestito dall'Ufficio Europa dell'Unione Italiana con il supporto dell'Unione dei Circoli Culturali Sloveni di Trieste, e realizzato grazie al contributo dei volontari del Servizio Civile Universale. Tra i volontari attivi a Capodistria, Simone Modugno ha dichiarato: "Si è parlato di tante cose. Trovo interessante che le due comunità, quella italiana in Slovenia e quella slovena in Italia, affrontino problemi comuni, come l'uso della lingua e il riconoscimento del loro status e della loro presenza. Al di là delle differenze, sono emerse molte somiglianze, soprattutto nel rapporto che queste minoranze hanno con le rispettive maggioranze, che spesso le ignorano o non le conoscono davvero. Proprio per questo, ci sono molte possibilità di comprendersi meglio, condividendo problemi tutto sommato simili."
Workshop come questo sono fondamentali per far luce sulla storia collettiva e sulle diverse strade che hanno portato le due comunità a essere ciò che sono oggi. Il presidente dell'Unione Italiana, Maurizio Tremul, ha aggiunto: "Conoscere e condividere ciò che è stato è essenziale per comprendere il presente e guidarlo verso un futuro di comprensione e solidarietà. Di fronte ai drammi che si consumano accanto a noi, dobbiamo imparare dal passato per evitare che tragedie simili si ripetano. Questo workshop rappresenta un importante momento di dialogo tra i giovani delle due comunità nazionali. Si tratta di proseguire un percorso iniziato molti anni fa, quando anche noi eravamo giovani, attraverso progetti europei e iniziative condivise. Oggi, questa iniziativa può essere vista come un passaggio di testimone alle nuove generazioni, che sapranno portare avanti questo dialogo con le innovazioni e i metodi che riterranno più opportuni, costruendo un domani migliore."
Corrado Cimador