Foto: BoBo
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La presidente della Camera di Stato, nel suo intervento, ha ribadito che la decisione di opporsi all'occupatore fu la più importante e decisiva di quel tempo. Tale scelta richiese eroismo e una rottura con il passato, ma nelle difficili circostanze del tempo "gettò il seme della statualità slovena", ha affermato Urška Klakočar Zupančič. Richiese una chiara presa di posizione in favore della sopravvivenza nazionale, che fu resa possibile dalla lotta armata contro una forza militare molto più grande e contro l'ideologia totalitaria e spietata del fascismo e del nazismo. La decisione di resistere richiese grande coraggio, la decisione di combattere per la libertà "non fu né facile né semplice". Riunì diverse fazioni politiche con idee differenti, accomunate però dallo stesso obiettivo. In quel momento divenne anche chiaro chi combatteva contro l'occupatore e chi erano i traditori, ha evidenziato Klakočar Zupančič.

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Nel suo discorso, la presidente del Parlamento ha poi sottolineato anche il ruolo della cultura, che è stata "sempre il fondamento più importante dell'identità nazionale". Artisti e intellettuali hanno avuto un ruolo decisivo sia nella resistenza che nell'indipendenza negli anni 90, Klakočar Zupančič ha condannato chi denigra l’arte e la cultura, soprattutto nel contesto del referendum sull'integrazione pensionistica per meriti artistici. Un popolo non esiste senza la propria cultura, ha detto, un popolo senza cultura è come un albero senza radici, appassisce, perdendosi nel tempo e nello spazio. La cultura non è politica, ma la politica dovrebbe essere culturale, ha dichiarato. Ha sottolineato inoltre che la verità sulla resistenza non deve essere oltraggiata con la falsificazione dei fatti storici, anche se ha riconosciuto che dopo la guerra non tutto fu giusto o equo. La presidente del Parlamento ha concluso il suo discorso con un minuto di silenzio in memoria di Papa Francesco. (ld)