"Un momento buio. Un'organizzazione che si definisce tribunale ha emesso ordini assurdi senza alcuna autorità e senza che Israele sia membro della Corte penale." Con queste parole il Ministro degli esteri israeliano Gideon Saar ha espresso la più ferma condanna nei confronti della dell'istituzione, affermando che con questa decisione l'organo ha compromesso la propria legittimità e credibilità. "Netanyahu non cederà alle pressioni, non si lascerà distrarre e non si ritirerà finché non saranno raggiunti tutti gli obiettivi bellici" hanno comunicato ancora le autorità di Tel Aviv. L'Ufficio del Premier ha condannato l'emissione del mandato, definendola un atto antisemita simile a un noto scandalo politico francese in cui un capitano ebreo fu falsamente accusato di tradimento. In disaccordo con la decisione anche il Presidente israeliano Isaac Herzog che parla di "presa in giro per tutti coloro che lottano per la giustizia" mentre il movimento paramilitare palestinese ha affermato si tratti "di un passo molto importante." Ricordiamo che il mandato di cattura riguarda anche alcuni esponenti di Hamas. Al fianco di Israele, anche in questa occasione, gli Stati Uniti i quali hanno espresso un forte dissenso nei confronti della decisione della Corte, rifiutandola. Secondo quanto dichiarato da un portavoce del Consiglio di Sicurezza Nazionale, Washington ritiene che il tribunale abbia agito in modo precipitoso, commesso gravi errori procedurali nel corso delle indagini e non abbia alcuna competenza giurisdizionale sulla questione. Le autorità statunitensi hanno inoltre promesso "una risposta forte alla parzialità antisemita della Corte e dell'ONU." Un appello sull'importanza dell'applicazione delle leggi è stato invece lanciato da Josep Borrell in qualità di Alto Rappresentante UE che ha sottolineato l'indipendenza della giustizia internazionale. Borrell ha affermato che la decisione della Corte deve essere rispettata e attuata da tutti gli Stati parti, compresa l'Unione europea.
Alessia Mitar