La misura riguarda i confini con Croazia e Ungheria e viene attuata per i rischi di infiltrazione di soggetti legati a potenziali attività terroristiche. Recentemente anche l'Italia ha prorogato di altri sei mesi i controlli alla frontiera con la Slovenia, per l'identico motivo. Lo stesso ha fatto l'Austria. Il governo sloveno informa che la misura è di natura temporanea; secondo gli organi di sicurezza nazionali il livello di pericolo in Slovenia non è levato, si trova al terzo livello su una scala a 5 possibili. Secondi gli ultimi dati a disposizione della Polizia risulta che il numero degli attraversamenti illegali dei confini è diminuito; dall'inizio dell'anno e fino al 17 di novembre ci sono stati 43 mila 58 attraversamenti, il 18,9 per cento in meno rispetto all'anno precedente. Dall'inizio della crisi migratoria il maggiore flussi di migranti entra in Slovenia dalla Croazia, mentre il numero di quelli che vengono dall'Ungheria è esiguo. La polizia rassicura che i controlli agli ex valichi verranno effettuati in modo tale da avere il minore impatto possibile sul flusso dei passeggeri, sull’ambiente e l’economia, ma soprattutto sulla popolazione che vive lungo il confine. Ai sensi dell’articolo 27 della normativa che disciplina il confine di Schengen, l’esecutivo informerà la Commissione europea e il Parlamento europeo della proroga dei controlli temporanei. In questo momento i controlli vengono effettuati alle frontiere interne anche in Germania, Danimarca, Francia, Italia, Norvegia e Svezia mentre verranno introdotti il nove da parte olandese lungo i confini con il Belgio e la Germania.
Dionizij Botter