«Maggiori fondi per le armi e meno soldi per le pensioni sono l’ultimo chiodo sulla bara dell’ex alternativa di sinistra», ha dichiarato Kordiš in un comunicato, accusando il partito di aver tradito le proprie origini. «Un’alternativa nata con i movimenti di protesta del 2012 e 2013, che non avrebbe mai dovuto rinnegare le proprie radici», ha aggiunto con amarezza.
Nel comunicato, il deputato ha attaccato duramente le politiche del governo e del partito, accusandoli di essersi piegati agli interessi del capitale. «Non dovremmo inginocchiarci davanti alla dittatura del capitale e agli interessi dei più ricchi, che ci costringono a riarmarci per il profitto di pochi e a risparmiare su tutto il resto», ha detto, portando come esempio la recente riforma delle pensioni. Secondo Kordiš, la riforma «peggiora le condizioni per il pensionamento e abbassa le basi pensionistiche in cambio di una o due caramelle».
«È una pugnalata alle spalle per tutti i precari, i lavoratori, i futuri pensionati e per tutti coloro che avevano riposto la loro fiducia nel partito», ha sottolineato, puntando il dito anche contro sindacati e organizzazioni non governative che avevano sostenuto Levica-Sinistra per anni. «Sono state approvate troppe riforme neoliberali: ne ho abbastanza dei tradimenti verso gli elettori».
Per Kordiš è ora fondamentale riconquistare la fiducia delle persone comuni, «quelle stesse di cui ci si dimentica appena si chiudono le urne e si iniziano a contare le schede». Ha annunciato che continuerà la sua battaglia politica, impegnandosi con tutti i mezzi disponibili contro quella che definisce una «riforma pensionistica dannosa», e opponendosi all’aumento della spesa per armamenti, da lui definita «futura ferraglia vecchia».
Infine, ha rivelato l’intenzione di fondare un nuovo soggetto politico, che, ha promesso, «non affronterà la questione dell’avidità del capitale a spese dei più deboli in modo propagandistico, solo sulla carta, con slogan altisonanti e senza soluzioni concrete».
Con l’uscita di Kordiš, Levica-Sinistra, che alle elezioni dell’aprile 2022 aveva ottenuto cinque seggi parlamentari, resta ora con quattro deputati, confermandosi il partito più piccolo della coalizione di governo.
Dionizij Botter
