La proposta, sostenuta dai partiti di governo Svoboda (Libertà) e SD, puntava a rafforzare il ruolo sistemico della Corte come organo di precedenti. Nella sostanza, le modifiche avrebbero permesso ai giudici costituzionali di scegliere in modo discrezionale quali casi esaminare nel merito, introducendo un filtro che avrebbe favorito un’azione più snella ed efficace. Tra i principali cambiamenti proposti figurava anche l’inserimento nella Costituzione dell’elenco dei soggetti legittimati a richiedere un controllo di costituzionalità, oggi previsto dalla legge ordinaria. Inoltre, si prevedeva la possibilità di trasferire alcune competenze della Corte ad altri tribunali. Secondo il segretario di Stato al Ministero della Giustizia, Milan Brglez, tale riforma avrebbe rafforzato la funzione della Corte nel sistema giuridico, garantendo tempi decisionali più ragionevoli e maggiore efficienza. “La nostra intenzione era garantire l’accesso alla tutela costituzionale al più ampio numero di cittadini possibile, pur snellendo le procedure”, ha dichiarato la deputata di Svoboda, Lucija Tacer. Tuttavia, la proposta non è riuscita a ottenere il necessario consenso nemmeno all’interno della maggioranza. A votare contro, oltre ai due principali partiti dell’opposizione — Nuova Slovenia (NSi) e il Partito Democratico (SDS) — è stata anche Levica (Sinistra), con dure critiche.“Il diritto al ricorso costituzionale rischierebbe di diventare una questione di fortuna o di valutazione soggettiva da parte della Corte”, ha dichiarato il deputato del partito Levica-Sinistra, Milan Jakopovič. Critico anche il deputato Jožef Horvat di Nuova Slovenia, che ha evidenziato come il governo stesso non sembri più impegnato nel portare avanti la riforma. “Non si tratta solo di una modifica tecnica. Questo è un intervento profondo nel sistema di giustizia costituzionale, e in parte anche in quello ordinario”, ha affermato. Il progetto, che non ha mai ottenuto l’avallo della Commissione costituzionale, si arena così ancora una volta. Per procedere sarebbe servita una maggioranza qualificata dei due terzi dei deputati presenti — una soglia che, almeno per ora, appare fuori portata.
Dionizij Botter
