“Fu una delle stragi più efferate compiute nel nostro Paese durante l'occupazione nazista”.
Con queste parole il Presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella ha ricordato la strage compiuta dai nazisti il 12 agosto del 1944 a Stazzema, località della Toscana dove reparti delle SS al comando del generale Max Simon, circondarono interi borghi uccidendo tutti gli abitanti. Gli uomini erano già scappati nei boschi, e i militari si accanirono su vecchi, donne e bambini, facendo alla fine quasi 400 vittime. 65 avevano meno di 10 anni.
Dalle inchieste che seguirono da parte della magistratura militare italiana, non si trattò di una rappresaglia, ma di un atto di ferocia premeditata, per soggiogare la popolazione con il terrore e rompere ogni collegamento fra i civili e le formazioni partigiane presenti nella zona.
Un eccidio fra i più brutali vissuto in Italia nella Seconda guerra mondiale, ricordato dal Capo dello Stato in occasione del 76 esimo anniversario. “Le frazioni di Stazzema – ha detto - divennero teatro dell'oltraggio più disumano: l'eccidio di centinaia e centinaia di civili inermi, soprattutto donne, bambini, anziani, rifugiati. Fu una delle stragi più efferate compiute nel nostro Paese per la crudeltà con cui gli uomini delle SS si accanirono sui corpi privi di vita, per lo scempio del rogo nella piazza di Sant'Anna".
Mattarella ha però anche ricordato come quelle comunità abbiano saputo reagire e ricostruire un futuro: “Sulla base di quei valori di umanità che i nazisti, e i fascisti loro collaboratori volevano annientare, è stata conquistata la Liberazione e costruita la democrazia – ha concluso -, e Sant'Anna di Stazzema è divenuta al tempo stesso un sacrario e un simbolo della nostra vita civile, dei diritti inviolabili della persona, del senso di giustizia a cui nessuna società deve rinunciare”.

Alessandro Martegani

Foto: MMC RTV SLO
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