Foto: Radio Capodistria
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Come il 66. esimo raduno della Famia Ruvignisa attualmente in corso così anche la presentazione del volume al CRS rappresenta un segno concreto, tangibile dell’avvicinamento tra andati e rimasti. “Facciamo parte di una stessa comunità e cerchiamo di fare il possibile per mantenere la nostra comune identità italiana”, ha affermato il direttore del Centro Raul Marsetič, nel salutare il numeroso pubblico. Riflessione condivisa dalla presidente della locale Comunità degli Italiani, Viviana Banussi e anche da Daniele Bosazzi, presidente della Famia Ruvignisa che così si è espresso: “Al di là della politica internazionale, della diplomazia di cui abbiamo parlato oggi e dunque di cose che stanno ben al di sopra le nostre teste, noi cerchiamo nel nostro piccolo di proseguire nella salvaguardia della nostra storia, delle nostre memorie e della cultura italiana qui in Istria." Parlando del volume definito un’utile rassegna stampa che dimostra la complessità legata ad Osimo, Bosazzi ha quindi inquadrato il periodo storico ed il momento politico che hanno caratterizzato, prima i negoziati ed in seguito la firma dell’accordo che stabilì in maniera definitiva, il 10 novembre 1975, i confini tra Italia e Jugoslavia. In questo contesto, evidenziata la segretezza delle trattative e le ripercussioni che il documento ebbe sull’ex Zona B ma anche sul mondo degli esuli che ne uscirono ulteriormente divisi e frammentati. Argomenti ripresi pure dalla professoressa Donatella Schurzel che nell’illustrare il volume che in pratica è una raccolta di fonti di stampa ha detto: “L’intento è quello di fornire fonti, informazioni e documentazione precisa ed anche ampia; il lavoro non vuole avere una linea di conduzione ideologica bensì offrire la possibilità di comprendere”. Per Schurzel quella legata a Osimo “è una pagina triste per gli italiani e per l’Italia che si è dimostrata troppo debole, incline soprattutto a non volere creare ostacoli, posizioni di contrapposizione, di polemica e questo è stato visibilissimo con diversi ministri e diversi governi”, ha detto Schurzel che non ha mancato di fare esempi concreti. Anche la curatrice del volume Eufemia Giuliana Budicin ha parlato della poca forza contrattuale dimostrata dall’Italia ed ha aggiunto: “Ci sono interessi superiori che si possono intuire però noi non possiamo dare la colpa a Tito di quella che è stata la nostra cattiva gestione né possiamo accusare Slovenia e Croazia se hanno fatto i loro interessi”. Da segnalare che in numerosi interventi è stato espresso rammarico per la mancata applicazione di alcuni articoli del Trattato di Osimo che si riferiscono proprio alla tutela della Comunità nazionale italiana ed in primo luogo al rispetto dei diritti acquisiti. Principi ripresi successivamente dal Memorandum del ’92 e dall’Accordo italo-croato sulla tutela delle minoranze del ’96, ma un’altra rimasti solo sulla carta.

L.P.A

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