Ieri sera a Portorose, negli spazi della Collezione di cantieristica tradizionale, presso il centro informativo dell'ex magazzino del sale Monfort, si è svolto un partecipato incontro sul "Consorzio marittimo piranese". Tre i relatori, ovvero Amalia Petronio, Mario Bonifacio e Vinko Oblak. L'iniziativa è stata organizzata nell'ambito del progetto della Can di Pirano di ripristino e salvaguardia delle tradizioni marinare.
Il Consorzio marittimo piranese fu fondato nel 1919 e per una trentina d'anni fu motivo non solo di benessere economico ma anche di grande orgoglio per i piranesi. All'incontro per ricordare l'importanza del consorzio erano presenti anche il sindaco di Pirano, Genio Zadkovič, il direttore del Museo del mare di Pirano, Franco Juri ed il neoeletto presidente della Can locale, Andrea Bartole, che hanno salutato i numerosi presenti.
Ad aprire la serie di interventi è stata Amalia Petronio, che ha parlato dell'atto costitutivo del consorzio; atto che è stato ritrovato nella vicina Trieste e che rappresenta un documento tuttora moderno per le norme in esso contenuto, molto simili a quelle che caratterizzano gli odierni e similari statuti. Vinko Oblak si è invece soffermato sulla bandiera del Consorzio, attualmente in possesso dell'Irci ma che necessita assolutamente di un restauro.
Il terzo relatore, Mario Bonifacio, si è concentrato sull'attività sociale del Consorzio, raccontando l'impegno dei marittimi non solo dal punto di vista lavorativo, ma anche da quello socio-politico. Ma sentiamo dalle stesse parole di Mario Bonifacio perché fu importante il consorzio: "fu importante come libera organizzazione di lavoratori, per questo senso che uniti si progredisce meglio che non da soli, per questo senso di solidarietà e cooperazione. Questo rifletteva anche le idee politiche di quella gente, che erano in gran parte socialisti, per cui portati alla solidarietà ed all'aiuto reciproco. Poi è stato importante per Pirano perché rappresentava uno degli introiti sicuri per Pirano, che era una delle città più ricche dell'Istria, anticamente grazie al sale, ma negli anni più recenti grazie alla marineria".
Davide Fifaco