Si dichiara più che soddisfatto il deputato della Comunità italiana Felice Žiža per esser riuscito a portare a casa un risultato come questo e - non nascondendo soddisfazione per l'ampio consenso raggiunto in aula alle proposte avanzate da lui e dal collega ungherese Ferenc Horvath - ricorda che è ormai da anni che le due minoranze chiedono di semplificare il sistema per l'elezione dei seggi specifici. "Nonostante l'appoggio quasi unanime ai cambiamenti, espresso in aula da gran parte delle forze politiche, prima del voto c'è sempre un po' di timore" ricorda Žiža che - come avvenuto nei giorni scorsi in sede di commissione nazionalità e comitato interni e amministrazione pubblica - anche in plenaria ha argomentato le ragioni per l'abolizione del Borda definito un sistema complicato e che spesso, come più volte testimoniato, mette in difficoltà gli elettori al momento del voto. Argomentazioni recepite da tutte le forze politiche che si sono dichiarate favorevoli ai cambiamenti e al passaggio al maggioritario a turno unico, tranne che dalla Levica/Sinistra che invece ha insistito fino alla fine sul maggioritario a doppio turno.
Come rilevato dal ministro per l'amministrazione pubblica Boštjan Koritnik, oltre che a rispettare le osservazioni della Corte Costituzionale, sono state considerate le esigenze delle due minoranze che potranno ora esercitare con maggiore serenità il diritto di voto attivo e passivo. "C'è stato a monte un grande impegno di sensibilizzazione per le nostre richieste avviato fin dai primi incontri e dibattiti organizzati due anni fa dal presidente Pahor" ha affermato Žiža che definisce indovinata la decisione di far entrare in procedura parlamentare le proposte inerenti il solo voto minoritario visto che per ben due volte nel 2020 il disegno di legge completo non è riuscito ad ottenere la maggioranza dei due terzi necessaria a far passare la normativa elettorale. "Sicuramente mancando il confronto ideologico, le forze politiche sono riuscite a mettersi in sintonia con noi e ascoltando la nostra voce e le nostre volontà non hanno avuto difficoltà o problemi ad appoggiare le nostre richieste" ha detto il deputato CNI. Riferendosi agli 80 voti ottenuti ha poi aggiunto "non abbiamo avuto grossa difficoltà a convincere, però in politica si sa ci vuole dialogo, grande collaborazione con tutti; è necessario lavorare in sinergia per raggiungere oggi i nostri risultati domani i loro risultati e fare gli interessi di uno o altro gruppo, ma in fondo fare gli interessi dei cittadini della Repubblica di Slovenia e in questo caso delle Comunità nazionali italiana ed ungherese".
Lionella Pausin Acquavita
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