Punto fondamentale dei lavori, come confermato al termine della seduta dal presidente dell' Assemblea Paolo Demarin, l'approvazione del primo assestamento di bilancio che rappresenta in pratica la reale programmazione delle attività per l'anno in corso. "Abbiamo dato il timbro finale a quella che è la nostra strategia per il 2023 e che include logicamente le attività delle nostre istituzioni", ha detto il presidente Demarin non mancando di ricordare che per quanto riguarda le risorse, questo è un anno da record. Sono complessivamente 9 milioni e 300 mila le entrate e per la prima volta quelle assicurate da Zagabria superano i finanziamenti dello Stato italiano. "Una novità sulla quale riflettere", è stato ripetuto più volte a Torre dove non si è mancato di ricordare l'apporto del deputato italiano Furio Radin. Un altro dato su cui ragionare è invece la costante erosione dei fondi garantiti dalla regione Friuli Venezia Giulia, che come illustrato dal presidente UI Maurizio Tremul, dagli 870 mila euro garantiti all'Unione italiana fino a qualche anno fa ora ne destina all'incirca 350 mila. Ed in questo contesto si è sviluppato il dibattito sul bando per l'assegnazione dei contributi FVG gestito dall' Università popolare di Trieste.
Silvano Pelizzon, che ha disapprovato la partecipazione individuale di alcuni sodalizi e altre istituzioni al bando, si è rammaricato soprattutto per il mancato finanziamento delle attività sportive delle CI. "Solo uniti saremo forti" ha detto il consigliere salvorino riferendosi all'accordo di qualche anno fa sulla partecipazione congiunta al concorso. L'umaghese Antonella Degrassi, che si è sentita chiamata in causa, ha risposto puntando il dito contro i criteri per l'assegnazione dei fondi promozione e valorizzazione che, invariati da vent'anni, penalizzano le comunità virtuose. Interventi che hanno fatto emergere quella latente insoddisfazione nei confronti dell'UPT, registrata pure nel corso degli attivi delle scuole e delle comunità degli italiani di lunedì scorso a Isola e a Sissano. "Non è soltanto una questione amministrativa o burocratica, di competenza o di chi riesce a gestire meglio le risorse che sono destinate alla CNI, ma è una questione di rispetto", ha affermato tra le altre cose il presidente Demarin secondo il quale "c'è bisogno di comunicazione, di scambi, d'incontro, di dialogo". "Vorrei - ha aggiunto il presidente dell'Assemblea UI - rivedere l'UPT di qualche decennio fa".
Lionella Pausin Acquavita