I 28 voti a favore non sono bastati dunque ad abrogare una parte dell’ articolo 9 del Regolamento di procedura assembleare. L’esito dello scrutinio segreto, arrivato dopo quasi quattro ore di dibattito, ha indicato 28 consiglieri favorevoli, 27 contrari, 4 astenuti ed una scheda nulla. Assemblea praticamente spaccata a metà, opinione che però il suo presidente Paolo Demarin ha messo in secondo piano affermando: “Io inizierei dicendo che è stata un’ Assemblea viva e poi possiamo anche definirla divisa nel pensiero, nelle opinioni; ho visto partecipazione, il dibattito si è svolto con toni pacati e rispettosi; non è stata accolta questa proposta però abbiamo discusso di temi importanti, su alcune questioni è stata fatta chiarezza su altre la faremo in futuro ed ecco alla fine posso dire che è stata una seduta rilevante”.
Seduta che si è aperta con le mozioni, interpellanze e modifiche per dare avvio poi all’argomento principale. Ed è stata la piranese Daniela Ipsa, una dei 12 proponenti della modifica a spiegarne i motivi. “Alla base della nostra iniziativa c’era la volontà di rafforzare l’Unione Italiana, permettere all’organizzazione unitaria e autonoma degli italiani di Croazia e Slovenia di operare al meglio”. Pure gli altri sostenitori dei cambiamenti , nei loro interventi, e qui vanno citati: Alex Zigante, Robi Štule, Gaeteno Benčić , Sandro Vrancich, hanno sottolineato la necessità di armonizzazione degli atti interni , operazione che non intacca in alcun modo l’ unitarietà.
Pericolo per l’unitarietà che invece è stato più volte evidenziato dal presidente dell’Unione italiana, Maurizio Tremul che ha argomentato giuridicamente la sua posizione paragonando le disposizioni dello statuto dell’Unione italiana di Fiume e di quello dell’Unione italiana di Capodistria. Egli ha spiegato che si voleva abrogare parte dell’articolo 9 del Regolamento con la giustificazione che una associazione croata non può decidere come un’associazione slovena elegge i propri rappresentanti ed aggiunto: “Parimenti la Consulta che si riunisce e delibera congiuntamente all’Assemblea UI è contemplata solo nello statuto capodistriano e quindi ciò comporterebbe l’ inapplicabilità della disposizione dell’ operare congiuntamente; in questo caso avremmo avuto un coordinatore di Capodistria, con la sua Consulta che si sarebbe riunita separatamente”.
Tra gli interventi, da segnalare quello del fiumano Enea Dessardo che individuate le numerose incongruenze tra le disposizioni ha detto: “Secondo me il passo giusto da fare non era procedere con un cambiamento così piccolo ma piuttosto cercare di vedere tutti assieme cosa ci va bene e cosa non va bene e arrivare a dei cambiamenti sostanziali”. E’ stato il presidente della Giunta, Marin Corva ad evidenziare le difficoltà nella gestione del sistema Unione e dovute proprio alle lacune degli atti interni. “L’esecutivo si farà promotore di alcuni miglioramenti, che presenteremo all’Assemblea “, ha detto Corva ricordando che ”la rappresentanza legale e dunque la responsabilità è assegnata a due persone e queste due persone vanno tutelate, anche perciò va affrontata la questione dell’ armonizzazione degli atti interni”.
(lpa)