La vicepremier croata Anja Šimpraga ha avuto parole di lode per la Regione istriana che sin dall'inizio ha saputo intraprendere la strada giusta e ha fatto dell'interculturalità, del plurilinguismo e della multietnicità la sua carta d'identità, diventando in Croazia il bastione, l'esempio di dialogo, solidarietà e convivenza. Un'opinione per lo più condivisa nelle due tavole rotonde, specie nella seconda che ha visto intervenire esponenti delle minoranze serba, montenegrina, bosgnacca e ungherese che hanno evidenziato il ruolo primario, da apripista nella salvaguardia dei diritti minoritari svolto dalla componente italiana. Al dibattito sulla Comunità nazionale italiana autoctona - invece- si è voluto fare il punto "su quanto fatto, che cosa si poteva ancora fare, e sulle sfide del futuro", ha affermato la vice-presidente della Regione istriana Jessica Acquavita che nel suo intervento ha sottolineato l'importanza del mantenimento della specificità istriana per la tutela minoritaria ed ha auspicato un maggiore e più fermo coinvolgimento dei connazionali nella vita sociale e politica del territorio. Tra i panelist pure la vice-presidente del Consiglio regionale della CNI, Cristina Fattori e la vice-sindaca e presidente della CI di Umago, Floriana Bassanese Radin che hanno commentato ruolo e competenze delle istituzioni che rappresentano, segnalando problemi ed eventuali forme di soluzione nonché il presidente dell'Unione italiana, Maurizio Tremul che si è soffermato sui tre decenni di collaborazione tra l'UI e la Regione istriana ricordando la grande partecipazione e coinvolgimento, la voglia di fare delle persone e la capacità delle istituzioni di ascoltare. "Anche le nostre richieste che come UI, come CNI abbiamo dato alla Regione istriana nel suo complesso, ma non dimentichiamo la Dieta democratica istriana che è stata quella che più di tutti ha difeso i nostri diritti dando poi vita a quella carta dei valori che è lo Statuto regionale".
Per Furio Radin, vicepresidente e deputato CNI al Sabor collegato in videoconferenza, "in Istria, nonostante gli alti e bassi, siamo riusciti ad avere diritti che non ci sarebbero spettati con le leggi nazionali e questo dimostra la capacità di costruire, produrre a livello locale e regionale; una strada sulla quale perseguire se si vuole mantenere quello status di Regione simbolo nella tutela delle minoranze e dei diritti umani". A moderare il dibattito, seguito da vari sindaci, vicesindaci, esponenti politici, rappresentanti delle istituzioni di vari gruppi etnici, lo storico Gaetano Benčić che riassumendo gli esiti della discussione ha concluso: "Bisogna operare in modo da far comprendere a tutti che noi siamo sì una minoranza, rispettata in alcuni luoghi più, in altri meno, ma siamo nel contempo una forza vitale anche per la maggioranza".
Lionella Pausin Acquavita
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