“La radiotelevisione slovena nell'applicazione della strategia di sviluppo 2018-2022 garantisca stabilità in materia finanziaria e di personale ai programmi per le comunità nazionali italiana ed ungherese”. Questa la conclusione della Commissione parlamentare alla quale si è arrivati dopo due ore e mezza di dibattito che ha visto intervenire i redattori responsabili di Radio e TV Capodistria, Aljoša Curavić e Robert Apollonio, del centro regionale capodistriano, Dragomir Mikelić, quelli delle emittenti di Lendava per la Comunità ungherese nonché gli esponenti politici delle due minoranze.
Per quanto riguarda i nostri programmi, sono state illustrate le difficoltà dovute al mancato turnover e al costante calo dei finanziamenti che ha impoverito la produzione. “Abbiamo raggiunto il punto minimo sotto il quale non si può andare. Ci deve venir data la possibilità di svolgere il nostro ruolo costituzionale che è quello di fare informazione per la componente italiana”, si è sentito dire a Lubiana dove è emersa pure la questione del satellite.
“I tagli rientrano nel processo di razionalizzazione adottato dell’ente mentre sul satellite bisognava pensare prima che scadesse il contratto, ma bisogna anche chiedersi quanto sia ragionevole insistervi visto che ci sono altre, più economiche possibilità di ritrasmissione”, ha detto, tra le altre cose, il direttore della RTV di Slovenia, Igor Kadunc, che ha invitato il governo a fare la sua parte e ad occuparsi della questione. “L’esecutivo che non vuole ledere il principio di autonomia del servizio pubblico è comunque intervenuto ed ha garantito dei mezzi aggiuntivi, prima per il satellite ed ora per i programmi”, ha affermato il responsabile dell’ufficio nazionalità, Stane Baluh.
Non concorda su alcune considerazioni di Kadunc, relative al passato sovradimensionamento di Radio e TV Capodistria, il deputato italiano, Felice Žiža. "Credo che le nostre emittenti abbiano un grande passato che le ha portate a sviluppare capacità nel far programmi, intrattenimento, informazione e quest’eredità storica va tutelata oggi con i quadri, con i programmi e con i finanziamenti”, ha detto, tra le altre cose, Felice Žiža che ricordando le numerose espressioni di sostegno e solidarietà giunte alle redazioni è tornato a proporre un gruppo di lavoro tra Slovenia, Italia e Croazia per trovare una soluzione alla vertenza satellite.
“Soluzione che andrebbe trovata in tempi brevi”, ha aggiunto il presidente della CAN Costiera, Alberto Scheriani, che ha richiesto l’inclusione delle comunità italiana e ungherese nella discussione della Legge sui media e in quella sulla Radiotelevisione slovena.
Il presidente dell’Unione Italiana, Maurizio Tremul, ha ricordato che si stanno studiando con Zagabria e la Regione Friuli-Venezia Giulia vie alternative per la trasmissione dei programmi, ha però affermato anche che a fronte di un impegno di Lubiana a finanziare il satellite, l’UI potrebbe sostenere – con importi simili o superiori – i programmi per la CNI.
Concordi sulla necessità di mantenere i programmi per le minoranze nelle attuali ampiezza e forme tutti i membri della Commissione nazionalità. Per citarne alcuni, rileviamo l’intervento di Mojca Žnidarič del Partito del centro moderno che si è dichiarata preoccupata della sempre più forte centralizzazione e ha invitato RTV Slovenija a mantenere i centri regionali allo stato attuale. Il socialdemocratico Marko Koprivc ha ricordato che “come il servizio pubblico è importante per la salvaguardia dello Stato, così i programmi italiani ed ungheresi sono importanti per il mantenimento delle due minoranze”. Diversi gli appunti al governo e alla dirigenza RTV fatti da Boris Doblekar del Partito democratico sloveno, secondo il quale il settore dell’informazione delle minoranze va sostenuto e appoggiato perché rappresenta una ricchezza per la Slovenia.
Lionella Pausin Acquavita