Sessantuno i riconoscimenti consegnati nell'arco della bella e partecipata manifestazione ospitata dal sodalizio visinadese negli ambienti dello Studio Sonda. Impossibile nominare tutti i premiati ma tra di loro c'era pure Maria Sara Paparella della "Pier Paolo Vergerio il Vecchio" di Capodistria. "Ho parlato della mia città e di un importante personaggio che era il conte Grisoni che ha costruito un orfanotrofio per i bambini poveri, che non avevano genitori", ci ha raccontato Maria Sara riassumendo il suo tema intitolato "Perché il bene non sia dimenticato" che le è valso un terzo posto in una delle tante categorie del concorso.
"Non per usare parole banali, ma questa edizione è stata molto ricca; ricca per numero di partecipanti con 213 studenti e 153 elaborati, 28 istituti scolastici coinvolti (compresi quelli della Dalmazia e del Montenegro), 7 Comunità degli italiani e una sessantina di mentori", ha ricordato Giulia Cnapich della Mailing list e ha aggiunto: "Ricca anche perché gli elaborati, sia individuali che di gruppo, sono stati molto profondi; raccontano storie di vita, storie personali delle famiglie, dell'esodo ma anche delle tradizioni ad esempio della pesca, di come si comunicava una volta e poi sempre importanti i racconti dei nonni della tematica 'I nostri veci ne conta'".
Maria Grazia Belci, a capo della commissione giudicatrice, ha invece affermato che è un piacere rendersi conto del sempre maggiore impegno di ragazzi e insegnanti, della loro preparazione e del loro livello linguistico e ha rilevato: "Al di là di questo, importante è vedere che i ragazzi si stanno rendendo conto che l'unione è fondamentale, l'essere insieme, far parte dello stesso mondo in cui viviamo tutti quanti soprattutto in momenti come questi che siamo vivendo in cui sembra non si voglia arrivare a capire quello che la storia avrebbe dovuto insegnarci; siamo molto felici di vedere che si parla di esodo con molta competenza e voglia di studiare e capire, di comprendere le proprie radici, di comprendere ciò che è stato, guardando al futuro con la speranza che questo ci porti a capire l'importanza del vivere insieme, di conoscere la pace".
Importanza sicuramente compresa dai ragazzi della media superiore italiana di Rovigno che si sono portati a casa una decina di riconoscimenti. "Quest'anno è stato veramente un successone; i ragazzi sono stati motivati perché per noi i temi affrontati in questo concorso sono molto importanti e quindi parlandone in classe, organizzando dibattiti sono scaturiti dei lavori importanti, completamente diversi tra di loro anche per tematiche e quindi abbiamo avuto la fortuna di vincere molti premi", ci ha dichiarato la mentore rovignese, Larisa Degobbis.
Tra le Comunità degli italiani partecipanti c'è stata pure quella di Lussinpiccolo, con i tredicenni Igor Manzoni ed Erik Caranović ha portarsi via il primo e secondo premio dell'Associazione Dalmati nel Mondo. Soddisfatto il presidente del sodalizio Sanjin Zoretić ci ha detto: "Noi abbiamo i corsi di lingua italiana per i prescolari, per gli alunni delle scuole elementari e poi per gli adulti, perciò sono molto onorato che i nostri ragazzi abbiano vinto questi premi. Sono orgoglioso di loro e siamo tutti molto contenti di poter partecipare a questa cerimonia".
Va ricordato che i premi delle varie categorie del concorso, oltre che dalla Mailing list Histria, sono finanziati da varie associazioni di esuli e comitati dell'Associazione Venezia Giulia e Dalmazia come pure dall'Unione italiana e dalla Regione istriana. Quest'ultima ha messo in palio quest'anno una decina di riconoscimenti.
Presenti alla cerimonia, i rappresentanti di queste istituzioni, hanno salutato i presenti e si sono complimentati con i ragazzi premiati e con i loro insegnanti. Tutti concordi nel rilevare l'importanza del Concorso che con sempre più partecipanti e premiati testimonia il grande lavoro che si sta facendo per valorizzare e tramandare la nostra cultura e la nostra identità. Concetti ribaditi da Ezio Giuricin del Circolo Istria di Trieste che ha detto: "Noi cessiamo, scompariamo come persone fisiche, come cessano o scompaiono gli stati e le istituzioni, quello che deve rimanere invece sono le nostre radici, la nostra cultura perciò dobbiamo trovare il modo di tramandarla tra le generazioni".
Lionella Pausin Acquavita