Foto: Radio Capodistria/Pausin Acquavita
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Rappresentanti degli esulti e rappresentanti dei rimasti - dunque- assieme per la prima volta nel piccolo cimitero di Santa Domenica a rendere un omaggio comune a Norma Cossetto diventata il simbolo delle vittime delle foibe e della tragedia dell'esodo. "Un ulteriore passo nel percorso di amicizia tra due anime di uno stesso popolo", ha ricordato il presidente dell'Unione italiana, Maurizio Tremul. "Chiedere perdono per i mali compiuti e perdonare per quelli subiti. So che è difficile, ma senza il chiedere scusa e senza il perdonare non vi può essere pace", ha aggiunto il presidente UI ribadendo che questo non significa dimenticare.
La necessità di ricordare è stata ribadita pure dal presidente della FederEsuli Renzo Codarin secondo il quale anche con il popolo sloveno e croato va fatta una politica di verità su tutti i torti. "È stato il povero popolo che nella stragrande maggioranza non era interessato alle ideologie a pagare la pazzia del fascismo, del nazismo e del comunismo", ha detto ancora Codarin.

Riflessione condivisa pure dal presidente del Consiglio della minoranza italiana della Regione istriana, Ennio Forlani secondo il quale "anche la maggioranza è stata vittima e dovrebbe rendersene conto". "Noi auspichiamo sempre di avere una memoria condivisa perché' solo così si può sperare in un futuro scevro da divisioni e ideologie che potano disgrazie e danni a tutti", ha sottolineato Forlani auspicando che il 10 febbraio diventi una data da ricordare in modo istituzionale sia nella parte croata che slovena dell'Istria.

"Ricordare e parlare affinché nel futuro questo non succeda più", ha detto Mauro Graziani, presidente del Consiglio della minoranza italiana della Regione litoraneo montana ed ha aggiunto: "Farlo soprattutto con i giovani affinché capiscano che oltre all' odierno benessere, ai cellulari e ai giochetti sono esistiti ed esistono tutt' ora fatti cruenti che sono presenti anche nei giorni nostri sul territorio europeo".

Presenti a Santa Domenica in rappresentanza del Consolato generale d' Italia a Fiume, la viceconsole onoraria Giuseppina Rajko e per la Regione istriana la vicepresidente Jessica Acquavita. Nel suo intervento quest' ultima ha ribadito che a ottant'anni di distanza è giusto voler conoscere quanto successo ma è assolutamente sbagliato strumentalizzare il ricordo di un passato doloroso. "L'Istria ha saputo trarre insegnamento dal suo doloroso passato e creare una società che abbraccia i valori del rispetto reciproco, della libertà, della convivenza e dell'accoglienza; sono valori insiti nell' identità istriana di cui la componente italiana è parte integrante", ha ricordato l' esponente regionale certa che "si sapranno coltivare questi sani principi che ci rendono parte della grande famiglia europea". (lpa)

 Foto: Radio Capodistria / Pausin Acquavita
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