Foto: Radio Capodistria
Foto: Radio Capodistria

Un incontro storico secondo molti dei partecipati quello organizzato on-line questa sera dall'Unione italiana e la Federazione delle Associazioni degli Esuli istriani, fiumani e dalmati quella odierna, per commemorare assieme questa giornata dedicata al ricordo delle foibe e dell'esodo giuliano dalmata.

Il deputato al seggio specifico della comunità nazionale italiana al Sabor Furio Radin ha sottolineato il ruolo da protagonista che per la prima volta in questa occasione assumono i cosiddetti “rimasti”, che possono far sentire la loro voce in un dialogo serrato con il mondo dell’esodo.

Renzo Codarin in rappresentanza della Federesuli ha ricordato la storia dell’associazione di cui è presidente, la ANVGD, che sin dalla sua nascita ha sempre guardato all’Europa, e su questa linea continua a muoversi anche oggi, come dimostrano d'altronde eventi di questo tipo.

La giornalista dell’Avvenire Lucia Bellaspiga nel suo intervento è partita dalla propria esperienza familiare, per sottolineare l’importanza di far conoscere il proprio passato per far sì che questi eventi non vengano ancora travisati dai cosiddetti “negazionisti”, che secondo lei diffondono tesi che colpevolizzano coloro che sono stati vittime delle foibe e dell’esodo o addirittura mettono in discussione la veridicità di questi fatti. Istriani, fiumani e dalmati nel dopo guerra, per la Bellaspiga, hanno assunto il ruolo di capro espiatorio delle frustrazioni degli altri italiani; molti dei quali ancora oggi non hanno ancora “consapevolezza di che sia stato Josip Broz Tito”. “Consola il fatto che chi è rimasto abbia continuato a portare avanti la lingua e la cultura italiana”, ha concluso la giornalista, invitando la CNI ad intervenire nel dibattito in corso sull’ultimo libro di Eric Gobetti per rimettere tutti i tasselli al suo posto, perché secondo lei gli italiani di Slovenia e Croazia potrebbero avere più voce in capitolo nel contestare alcune delle affermazioni contenute in questa pubblicazione, che secondo lei più che negare danno una visione distorta degli eventi .

Un invito fatto proprio anche da Codarin, in seguito alla presentazione della storica Orietta Moscarda, ricercatrice del centro di ricerche storico di Rovigno. La Moscarda parlando dei risultati del suo studio sui comitati popolari e sulle strutture del partito comunista in Istria, ha sottolineato come all’interno del quadro emerso dagli archivi da lui studiati, ci siano conferme anche da parte jugoslava delle sparizioni e degli infoibamenti avvenuti in quel periodo; che non riguardarono, però, solo gli italiani ma tutti coloro che erano considerati divergenti rispetto al nuovo regime.

Un impegno che è stato fatto proprio dal presidente dell'Unione Italiana Maurizio Tremul, che ha ricordato il lavoro fatto in questi anni dalle istituzioni minoritarie, per far conoscere la storia di queste terre tenendo conto dei diversi punti di vista e delle memorie di tutti; che sicuramente potrà essere ampliato con il sostegno a progetti di ricerca e di divulgazione condivisi.

Per fa ciò ha concluso è “importante partire dal basso” per cercare un comune percorso su quello che è stata la storia e da qui il titolo dell'evento di questa sera “New Generation”; un omaggio al programma dell'Unione europea “Next Generation”, con il quale le istituzioni comunitarie intendeno rilanciare il continente guardando al futuro ed ai giovani.

Barbara Costamagna