Foto: Radio Capodistria/Barbara Costamagna
Foto: Radio Capodistria/Barbara Costamagna

"Nella mia missiva", dice ai nostri microfoni il presidente della Comunità degli Italiani "Dante Alighieri" di Isola Michele Fatigato, "ho sollevato due questioni fondamentali. La prima è il modo di rapportarsi tra il presidente dell'Unione Italiana e le Comunità, nello specifico con la CIDA della quale sono presidente, perché non è possibile che una pur alta carica dell’Unione Italiana chieda ad un presidente di giustificare posizioni che egli ha preso o per iscritto o in pubblico". "Un comportamento oltre le righe", secondo Fatigato che apre "una questione di carattere generale riguardo il rispetto delle regole democratiche".

"Una qualsiasi persona, soprattutto se è dotata di un diritto di rappresentanza conferitogli dai soci", spiega, "è, infatti, legittimata ad esprimere tutte le posizioni che vuole, chiaramente non infrangendo la legge e nel rispetto delle libertà altrui". Per questo motivo Fatigato ha trovato inopportuno "il fatto che il presidente della UI" gli "chiedesse di motivare l’invio di una delibera" che tralatro non era stata fatta da lui. Fatigato è, infatti, "il presidente del direttivo che è subentrato a quello che ha deliberato in quel modo", ma "per il principio di continuità amministrativa l’ultima delibera che era stata presa da chi li aveva preceduti" (mai spedita a causa di un periodo di interregno) è stata mandata quasi subito a coloro ai quali andava inviata (nello specifico al presidente dell’Assemblea Paolo Demarin).

"Dopo di che ho messo nell’elenco per conoscenza le altre alte cariche dell’Unione Italiana, che non dovevano compiere alcuna azione riguardo alla questione che era stata sollevata, tra le quali anche Tremul", prosegue Fatigato, e qui arriva "la seconda questione": "Il presidente Tremul ha scritto nella sua lettera che facendo così io mi sarei comportato in un modo non corretto verso l’Unione, toccando quella che è una mia corda molto sensibile". "Da parte mia come presidente della CIDA", ci spiega, "non c'è infatti alcuna volontà di mancare di rispetto nei confronti della UI e soprattutto nei confronti del suo presidente; però, io ugualmente esigo il rispetto nei confronti, non solo miei, ma della CIDA intera che non può essere sottoposta ad alcun vaglio di legittimità per le prese di posizione assunte" (e nella lettera Fatigato parla anche delle critiche mosse contro il consigliere Jan Pulin). In conclusione il presidente della "Dante Alighieri" invita "il presidente dell'Unione Italiana a dimostrare più rispetto nei confronti di una delle tante comunità che aderiscono alla sua associazione".

Barbara Costamagna