“Una candidatura a sorpresa “, così Felice Žiža ha definito la sua discesa in campo, spiegando di averla accettata solo perché nessuno degli altri quattro nomi individuati dal suo gruppo si sentiva pronto ad entrare in competizione: “Non potevamo lasciare la corsa vuota, sguarnita”. Il suo impegno si rivolge principalmente nell’affermazione della rappresentatività politica e istituzionale dell’Unione italiana, che si è persa nel corso degli anni e basata sul concetto di unitarietà che va rafforzata e deve essere intrinseca ad ogni singolo connazionale. “Un obiettivo da raggiungere attraverso il dialogo e il lavoro sinergico di tutte le istituzioni e di tutti i soci” ha detto Žiža, che tra le priorità pone la firma di un accordo di collaborazione tra l’UI quale massima associazione rappresentativa, la CAN Costiera e i Consigli della minoranza italiana della Regione istriana e di quella Litoraneo montana. Nel suo intervento, il candidato ha toccato anche altri punti ed in primis giovani e tutela sociosanitaria. Rispondendo ad alcune domande ha respinto le voci che lo vedrebbero vicino alla sezione istriana del Partito socialdemocratico croato. “Si tratta d’insinuazioni fuori dalla realtà” ha fatto intendere Žiža e riferendosi all’Istria croata, dove molti connazionali sono politicamente attivi, specie nelle file della Dieta democratica o dell’SDP, ha detto: “Non sono schierato né con gli uni né con gli altri ma sono pronto a collaborare con tutti”. Consapevole- qualora eletto- dell’impegno non facile di gestire la funzione di presidente UI e quella di deputato al seggio specifico del Parlamento sloveno Žiža ha affermato però che anche in passato Furio Radin ha avuto questo doppio ruolo e Maurizio Tremul lo avrebbe avuto se gli esiti delle parlamentari slovene fossero stati diversi. Sostenitore della proposta di nuovo statuto UI che -ricordiamo è stato bocciato dall’Assemblea e che stabiliva l’incompatibilità delle cariche- Žiža ha dichiarato che la riforma statutaria rimane una delle sue priorità e quando il documento sarà approvato lui sarà disposto a ritirarsi e a lasciare il suo ruolo al presidente eletto dall’Assemblea.
Lionella Pausin Acquavita