Alla fine, Damian Fischer ha mollato. Oggi ha rassegnato le dimissioni da tutte le cariche ricoperte nella Can comunale ed in quella Costriera. Esce così di scena uno dei protagonisti della vita politica di Capodistria, l’artefice delle tabelle con gli antichi odonimi. Adesso toccherà ad altri portare a termine il suo progetto e soprattutto far ricollocare la targa in Piazza del Duomo, da dove era stata trafugata, con chiari fini politici, subito dopo la sua affissione.
A spazzare via Fischer sono state le polemiche sull’ipotetica commistione di ruoli tra il suo lavoro di giornalista a TV Capodistria e quella di esponete politico della minoranza. A sparare su di lui ci aveva pensato Franco Juri, che in un post pubblicato prima sui social e poi ripreso da “La voce del popolo”, aveva puntato il dito sul fatto che fosse comparso nella stessa giornata in veste di redattore del telegiornale e di partecipante ad una riunione a porte chiuse della locale Can. Proprio Juri non ha mancato di salutare immediatamente, sempre sui social, le sue dimissioni.
Fischer è così la prima vittima di uno scontro senza quartiere che si sta inasprendo di giorno in giorno all’interno delle strutture minoritarie. Sta accadendo a Capodistria e sta succedendo anche ad Isola, dove sta infuriando la polemica sulla preside della scuola elementare, Simona Angelini. Toni talmente accesi che la sua legale ha pensato bene di usare la parola “pogrom”.
Fischer ha precisato ai microfoni di Radio Capodistria che a spingerlo in politica è stata la passione e l’entusiasmo per alcuni progetti rivolti soprattutto ai più giovani. In questi ambiti, per Fischer, il conflitto d’interesse, con il suo lavoro di giornalista, sarebbe stato relativo, ma ad un certo punto si è accorto che dal punto divista deontologico doveva prendere le distanze da alcune “posizioni” che hanno messo in forse la sua integrità professionale di giornalista. A Capodistria la polemica pre e post-elettorale non è, quindi, ancora finita. Nodo del contendere, che sta infiammando gli animi, la nomina del vicesindaco italiano, che il sindaco Aleš Bržan, non si è ancora deciso a fare.
Fischer dice che le critiche che Juri aveva rivolto al suo indirizzo non hanno pesato più di tanto sulla sua decisione. Precisa che non sono state esercitate pressioni nei suoi confronti e ci tiene a ribadire di aver lasciato dopo una attenta riflessione personale su quello che è il ruolo del giornalista. Una scelta sofferta, ma doverosa - afferma - per non mettere in forse la sua integrità personale. Del resto, lui non si imputa nulla, ma dice che certi suoi ruoli potevano essere strumentalizzati e ritiene che questo sia stato anche fatto. Per togliere ogni dubbio quindi ha deciso di levarsi di mezzo.
Stefano Lusa