Farnesina Foto: Archivio personale
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Dalla Can Costiera fanno sapere che l’esito del voto è stato di 7 favorevoli, 2 contrari e 2 astenuti. Una maggioranza netta, ma non sufficiente per approvare il provvedimento. Se ne tornerà a parlare presto e il presidente della Comunità autogestita costiera, Alberto Scheriani assicura che la questione non è chiusa e che questo non è altro che l’inizio di un dibattito più ampio, che ha lo scopo di fare avere un posto nel Comitato di coordinamento alla Comunità autogestita Costiera. Sta di fatto che questi sono stati giorni dove i telefoni sono diventati bollenti e dove non sono mancate pressioni di vario genere sui consiglieri della Can costiera, alcuni dei quali avrebbero cambiato idea all’ultimo momento.

A spingere per non far approvare il documento è stato soprattutto il vicepresidente Marko Gregorič, che è nel contempo anche numero due della Giunta esecutiva di Unione Italiana. Gregorič intende portare la questione all'attenzione del consiglio della CAN di Isola, di cui è presidente, dove vuole chiedere un parere ed anche un mandato per un eventuale futuro voto sulla questione del rappresentante della CAN nel comitato di coordinamento. Per Gregorič, comunque, sarebbe necessario arrivare ad un incontro tra la Can Costiera e l’Unione Italiana, per chiarire i “rapporti di collaborazione tra queste due importanti istituzioni”. Un dialogo che il presidente dell’Unione Italiana, Maurizio Tremul, dice di domandare da tempo, sin da quando una simile richiesta era stata avanzata dalla CAN alcuni mesi fa “senza i necessari passaggi nei preposti organi”. Per Tremul simili tentativi metterebbero a rischio l’unitarietà della comunità nazionale perché spaccherebbero la rappresentanza unica “della comunità nazionale nei confronti dell’Italia”, che è stata decisa trent’anni fa. Per cambiare, secondo Tremul, sarebbe necessario avviare un “dibattito democratico che includa l’Unione italiana, la Can costiera, le Can comunali, le Comunità degli italiani e tutti gli organi rappresentativi della comunità italiana che vive in Croazia". Quello che Tremul non dice, ma che molti del suo entourage temono è che l’eventuale apertura alla Can, potrebbe dar vita a ulteriori richieste di ingresso nel Comitato di coordinamento da parte di altre realtà minoritarie, il che porterebbe ad una sostanziale relativizzazione del ruolo dell’Unione.

Dal canto suo il presidente della Can Costiera, Alberto Scheriani getta acqua sul fuoco e precisa che non si vuole altro che “rafforzare l’unitarietà della comunità nazionale italiana” e che l’azione della Costiera “va vista soltanto in senso positivo”. Scheriani rigetta inoltre ogni accusa “di voler dividere la comunità nazionale italiana sul territorio”. Il tutto non sarebbe altro che un modo per garantire alla Can di poter coltivare quei rapporti con la nazione d’origine previsti dalla legge e dallo stesso statuto della sua organizzazione.

Stefano Lusa