"Celebrare questa giornata significa rivivere una grande tragedia del passato ma anche comprendere che quei crimini non potranno ripetersi nell’Europa unita". Questo il messaggio lanciato dal presidente Mattarella nell’intervento per ricordare come ha detto “un capitolo buio della storia nazionale e internazionale, che causò lutti, sofferenza e spargimento di sangue innocente”. Ferita che oggi -a detta del capo dello stato - è di tutto il popolo italiano che guarda a quelle vicende con sofferenza,dolore, solidarietà e rispetto dovuti alle vittime innocenti di una tragedia nazionale, per troppo tempo accantonata.
“In quei territori non ci sono più cortine e frontiere al loro posto c’e’ l’Europa, che ha eliminato muri e guerra, e dove oggi popoli amici e fraterni collaborano nella pace e nella difesa del progresso e della prosperità” ha detto ancora Mattarella, non mancando di citare i due deputati italiani ai Parlamenti di Slovenia e Croazia Felice Žiža e Furio Radin presenti alla cerimonia assieme ad una delegazione dell’ Unione Italiana guidata dal presidente, Tremul e composta dai rappresentanti di Giunta e Assemblea, Corva, De Marin e Braiko. Presente al Quirinale, pure Gianclaudio Pellizzer a capo del Consiglio della minoranza italiana della Regione Istriana.
Una cerimonia avviata con la visione di un documentario che ha cercato di sintetizzare la situazione storica dei drammi vissuti nel periodo. “Affinché ciò che è accaduto non accada più” le parole di Antonio Ballarin della Federesuli primo a intervenire e che ha suggerito “la costituzione di una commissione d’inchiesta parlamentare per raggiungere quella memoria condivisa necessaria e senza la quale il futuro resta un alone”.
Intercalate dalla recitazione e dalle domande di alcuni studenti vincitori dell’annuale concorso dedicato al Ricordo gli interventi di alcuni storici ma anche quelli del ministro all’istruzione, Bussetti e quello agli esteri, Moavero Milanesi. “Per troppo tempo gli eccidi delle foibe e l’esodo degli esuli Istriani, Fiumani e Dalmati sono stati dimenticati, negati ed e' un dovere civile e morale conservare quegli avvenimenti nella nostra memoria collettiva, in nome della verità storica e della giustizia per il nostro Paese“ ha detto il primo seguito dal capo diplomazia convinto che “le tragedie del passato possono diventare speranza per quei paesi e popoli che hanno saputo intraprendere un cammino di pace anche grazie all’Europa unita".
Lionella Pausin Acquavita