È stato il giovane Tiziano Suran, psicologo, ricercatore e dottorando alla Sissa, a presentare la nuova piattaforma multimediale per la promozione della CNI in Istria, progetto finanziato con i mezzi che la Regione Friuli-Venezia Giulia stanzia alla componente italiana dell’ex Jugoslavia. Un’iniziativa - è stato detto a Verteneglio - che parte dalla necessità di spostare l’azione online perché oggi le interazioni tra i giovani e non solo avvengono tramite il web. “Più che una singola pagina quello che andiamo a realizzare è un ecosistema che comprenderà, oltre che alla pagina web, tutti gli altri social network oggi utilizzati (Facebook, Twitter, Youtube e Instagram) con la possibilità di pubblicare lì dentro i contenuti e raggiungere il più alto numero di diretti interessati cioè la nostra Comunità, ma anche far sì che la condivisione di questi contenuti e l’interazione tra i singoli membri sia molto più facile e a portata di un clic”, ha detto tra l’altro Tiziano Suran, spiegando che “il termine contenuti può essere molto vago e generale ma in questo caso le tante cose diverse hanno in comune l’aspetto di mettere insieme la lingua italiana, i dialetti locali, il senso di appartenenza, la nostra storia e cultura, le persone che vivono in questa terra come pure le iniziative e le attività che possono essere imprenditoriali, artigianali, artistiche e tanto altro ancora”.
Un intervento presso la Regione Istriana, con la richiesta di maggiore sensibilità nella conservazione delle tombe italiane nei cimiteri della penisola è stato deciso dal Consiglio dopo la relazione della professoressa e ed esperta di storia dell’arte, Marina Paoletich. “È un problema molto sentito che riguarda le tombe sia come luoghi di sepoltura dei nostri cari ma anche come testimonianza perché stiamo perdendo quella che è l’identità del nostro territorio, della nostra storia, dei nostri cognomi e tutto ciò che è stato lasciato in eredità alla CNI; dunque è un problema non solamente locale ma credo regionale e bisognerebbe distinguere le tombe monumentali che sono sicuramente già state tutelate rispetto a quelle delle persone magari più umili che purtroppo non hanno avuto gli stessi riguardi”, ha detto Paoletich, non mancando di ricordare il grande lavoro svolto finora dall’IRCI e da varie associazioni di esuli.
Per quanto riguarda l’implementazione dell’Accordo italo-croato sulla tutela delle minoranze, si richiederà invece aiuto alle autorità diplomatiche italiane perché, come ha detto il presidente del Consiglio, Gianclaudio Pelizzer, nonostante tutti gli sforzi e le promesse non c’è volontà di mettere in pratica il documento, specie nella parte che parla del rispetto dei diritti acquisiti e dell’uniformità di trattamento. In questo contesto è stata chiamata in causa pure la Regione Istriana alla quale è stato richiesto - come per altro stabilito nell’incontro di marzo con il ministro all’Amministrazione pubblica, Malenica - di attuare in modo esaustivo tutte le norme riguardanti il bilinguismo. All’indirizzo del governatore regionale pure la richiesta di assegnare una sede autonoma e un segretario al Consiglio della minoranza italiana.
Disappunto del Consiglio per le dichiarazioni del deputato al seggio specifico, Furio Radin, seguite all’articolo di “Repubblica”: “Riteniamo che abbia usato termini impropri e lesivi nei confronti dell’autrice del testo e dell’ex console e per questo motivo chiediamo a Radin di scusarsi a nome suo e a nome della CNI anche perché quelle sono esternazioni non degne di un nostro rappresentante”, ha affermato Gianclaudio Pellizzer.
Lionella Pausin Acquavita