L’emergenza Covid fa slittare una serie di appuntamenti della Comunità nazionale italiana in Slovenia. A Pirano rimandata la presentazione del libro di Katja Hrobat Virloget sull’esodo, ma soprattutto sugli italiani rimasti. L’appuntamento era attesissimo, visto che sarebbe stata la prima volta che la professoressa dell’Università di Capodistria sarebbe venuta con il suo volume in una istituzione della minoranza. Se ne riparlerà prossimamente, appena le condizioni epidemiologiche lo consentiranno o forse l’appuntamento sarà organizzato in rete, dove la comunità di Pirano ha mantenuto i contatti con i suoi soci anche durante le scorse ondate della pandemia. È stata l’unica a farlo e forse anche questa volta potrebbe essere una delle opzioni in campo per mantenere il legame con i connazionali. Se ne discuterà nei prossimi giorni dove si stabilirà come andare avanti.
Sempre a Pirano cancellata la gita in programma questo fine settimana a Venezia. Restano invece le attività dei vari gruppi che operano in sede. Niente stop delle attività nemmeno alla comunità di Isola. Per ora resta anche il laboratorio cinematografico dedicato ai bambini, cancellata invece la festa di San Martino ed anche l’appuntamento di lunedì con il deputato Felice Žiža, che aveva ripreso da poco i suoi incontri con gli elettori.
A Capodistria rimane in programma l’appuntamento con il cinema italiano, fissato per venerdì. Da Palazzo Gravisi- Butturai assicurano che tutto si svolgerà seguendo scrupolosamente le normative contro la diffusione del contagio, che prevedono la verifica del Green pass, l’uso della mascherina e posti a sedere alterni.
Intanto anche le scuole della minoranza stanno applicando le nuove disposizioni, che impongono l’uso per tutti della mascherina e - a partire dalla prossima settimana- anche test obbligatori per i ragazzi ogni due giorni. Gli istituti sono ancora in attesa di disposizioni più precise, che per ora non sono ancora arrivate. Quelle che stanno arrivando ai direttori, invece, sono invece le diffide dei genitori, sia sull’uso della mascherina sia per i test da fare a scuola per i loro figli. La minaccia è sempre quella di passare alle vie legali.
Stefano Lusa