Alla fine, le polemiche non hanno fermato il film. Red Land è stato proiettato ad Isola anche se alcuni antifascisti con berretti partigiani, stelle rosse e cartelli che ricordavano i crimini del Ventennio hanno atteso gli spettatori.
Le contestazioni per la proiezione del film, in Slovenia, si erano susseguite sin dalla sua trasmissione su Rai 3 ed ancor più dopo i discorsi pronunciati in occasione della cerimonia per la Giornata del ricordo a Basovizza. L’Unione italiana, che ha organizzato la proiezione, comunque, non ha voluto fare marcia indietro.
A Isola il cinema era gremito. In sala però nessun rappresentante delle organizzazioni della minoranza italiana in Slovenia ad eccezione di Marko Gregorič, presidente della Comunità autogestita della nazionalità comunale, nonché vicepresidente della Costriera e dei presidenti delle due comunità degli italiani di Isola. Presente, ma solo in forma privata, la vicesindaca della cittadina Angnese Babič.
“Spiace per le polemiche – ha detto Marko Gregorič aprendo la serata- si tratta di una manifestazione culturale, vorrei ricordare che nel 2019 è nostro dovere cercare di vedere in maniera più serena il passato”. Gregorič ha auspicato un approccio diverso “per un futuro migliore per noi e le generazioni che verranno dopo di noi”.
Il produttore del film, Alessandro Centerano, ha ribadito che esiste il diritto di poter raccontare un episodio dal punto di vista artistico. Altri faranno film – ha aggiunto - che noi saremo contenti di andare a vedere. Nessuna preclusione per nessun tema.
Il presidente di Unione Italiana, Maurizio Tremul, parlando della pellicola ha sottolineato che i responsabili di quanto fatto alla Cossetto non possono essere considerati che dei criminali, come sono criminali quei fascisti nel 1944 hanno stuprato ed ucciso due ragazze nei pressi di Salvore. Non ci sono scuse per violenze, ha detto Tremul, aggiungendo che la Comunità italiana rimasta ha chiesto perdono per le colpe inflitte a sloveni e croati dal fascismo ed anche agli esuli per i torti fatto loro dal comunismo.
L’assessore della Giunta regionale del Friuli - Venezia Giulia, Pierpaolo Roberti, ha rimarcato che non bisogna aver paura di raccontare la storia di queste terre ed ha parlato del film come di un elemento di giustizia nei confronti di un oblio durato settant’anni. Roberti ha anche voluto porre l’accento sull’ottima collaborazione, nonostante quelle che ha definito “polemicucce” del momento, con Slovenia e Croazia. Parole di lode, da parte di Roberti, per l’attività delle istituzioni della minoranza fatta “grazie all’Unione Italiana”.
L’ambasciatore d’Italia a Lubiana, Paolo Trichilo, ha voluto ricordare le parole del presidente Mattarella pronunciate in occasione della Giornata del ricordo, ma soprattutto ha elencato una lunga lista di iniziative tra Italia e Slovenia che si sono registrate solo negli ultimi giorni dieci giorni, a testimoniare che la collaborazione tra i due paesi funziona.
Nessun appaluso alla fine del film, ma solo attimi di assordante silenzio. All’accensione delle luci qualcuno si è asciugato le lacrime, altri sembravano contenti di aver potuto vedere in un cinema a casa loro questa pellicola, altri ancora parevano perplessi.
Stefano Lusa