Classe ‘59, una vita professionale passata all’interno dell’Edit e negli organismi dell’informazione della comunità italiana, Ivo Vidotto è il nuovo caporedattore della Voce del Popolo, il quotidiano di Fiume, punto di riferimento per l’informazione all’interno della comunità nazionale italiana.
Vidotto è stato nominato ieri all’unanimità dal Consiglio d’amministrazione dell’EDIT, ed è già pronto alla nuova sfida, in un ambiente che conosce molto bene: “Affronto questo nuovo impegno - dice - certamente con uno spirito di entusiasmo e con il desiderio di far funzionare il giornale nel modo in cui i lettori, e tutti quelli che vi lavorano, meritano e si aspettano”.
Qual è la sua idea del giornale in futuro: continuerà secondo la tradizione o ha in animo di cambiare qualcosa?
“La tradizione va conservata, perché questo è il giornale della nostra comunità nazionale italiana, e quindi come tale non dovrebbe cambiare, però comunque il giornale saprà adattarsi anche ai nuovi tempi, dare più spazio anche al digitale, essere più veloce, con notizie più brevi e succinte, ma comunque tenendo sempre informati i lettori su ciò che avviene, non soltanto nel nostro microcosmo, ma anche nel mondo in cui viviamo”.
A proposito di microcosmo, secondo lei la Voce deve guardare solamente alla comunità italiana, o quando scrivete pensate anche a un pubblico più ampio, sempre all'interno dei lettori di lingua italiana?
“La rete ci offre l’opportunità di essere seguiti e letti, lo riscontriamo già ora, anche all'estero, dagli italiani in Italia, dagli italiani negli altri paesi d'Europa e del mondo, che sono interessati alle vicende di casa nostra, a ciò che succede in Croazia, a quello che succede in Slovenia, a quello che succede nel microcosmo della comunità nazionale”.
Alessandro Martegani