Una tragedia che non appartiene solo agli esuli ma anche ai rimasti e per questo il Presidente della CAN costiera Alberto Scheriani ha voluto celebrare per la prima volta insieme a tutti i consiglieri della istituzione da lui presieduta, ma anche delle CAN locali il Giorno del ricordo, con una seduta dedicata a ripercorrere la storia di questi tragici eventi.
“Io spero che qualcuno segua questo nostro suggerimento anche in Slovenia”, ha detto Scheriani, “e che finalmente si potrà rendere omaggio a tutti coloro che hanno vissuto su questo territorio, sia quelli che se ne sono andati sia quelli che sono rimasti continuando a lavorare in questi decenni per il bene della Comunità Nazionale Italiana ma in definitiva per il bene di tutti”.
Un giorno che non vuole essere contro nessuno, ha affermato lo storico Kristjan Knez, aprendo il suo intervento nel quale ha voluto rimarcare il confine tra storia e memoria contro l’uso fazioso che spesso viene fatto da una e dall’altra parte di queste vicende.
“L’Italia orientale ha conosciuto tante tragedie ed è bene ricordarle tutte senza se' e senza ma”, ha dichiarato Knez, “anche se bisogna dire che questa parte della storia è stata accantonata per troppo tempo, giustificando tutto come residuo della Seconda guerra mondiale e causa diretta solo del fascismo. Certo il Regime del littorio ha avuto le sue responsabilità oggettive, ma le radici sono molto più profonde e vanno ricercate anche queste”.
La cerimonia si è conclusa con un minuto di silenzio in ricordo delle vittime, la cui memoria per la CAN dovrebbe quindi diventare ancora di più patrimonio di tutti: esuli e rimasti.
Barbara Costamagna