Felice Žiža Foto: Archivio personale
Felice Žiža Foto: Archivio personale

47 firme per la defenestrazione del presidente della Camera, Igor Zorčič, queste le speculazioni che stanno girando da ieri in Slovenia. La diatriba si trascina da tempo, dal momento in cui sono cambiati i rapporti di forza in aula, quando Zorčič è passato dalla maggioranza all’opposizione. La coalizione può formalmente contare su 38 deputati e sull’appoggio esterno del partito nazionale e del Desus. Il governo gode anche del parziale sostegno dei deputati delle minoranze, che con l’esecutivo hanno un accordo di collaborazione. L’ultimo tentativo era rimuovere Zorčič era naufragato. Alla coalizione era mancato un voto, che probabilmente non è arrivato dai parlamentari delle minoranze. Felice Žiža, deputato della comunità nazionale italiana precisa che da allora le cose non sono cambiate: “Noi delle comunità nazionale ci associamo ai 45 voti della coalizione, allargata a Partito nazionale e Pensionati, ma prendiamo le decisioni di volta in volta. Lo facciamo tenendo conto di quello che c’è all’ordine del giorno: teniamo conto delle proposte, delle critiche che arrivano dall’opposizione e dalla popolazione. Quando le proposte sono definite non democratiche o se si dice che vanno contro gli interessi dei cittadini noi valutiamo la possibilità di non votarle. In sintesi, non facciamo parte della coalizione di governo, ma abbiamo un accordo di collaborazione e quindi, per quanto è possibile, collaboriamo. In ogni modo, abbiamo votato tantissime volte contro le proposte di legge del governo e potrebbe accadere che si voti anche contro la proposta di destituzione del presidente della Camera di Stato".

Intanto sulla scena politica c’è la polemica sulla redistribuzione degli incarichi parlamentari; il gruppo parlamentare delle Comunità nazionali è stato accusato di essersi allineato sulle posizioni della coalizione.
“Io, sin da subito, mi sono dichiarato favorevole ad una redistribuzione degli incarichi, che tenga conto dei nuovi rapporti di forza in aula. Al primo collegio non c’era un accordo e si è stabilito che si sarebbe raggiunto un’intesa in vista della riunione successiva. Io votai contro la proposta di procedere alla riassegnazione senza un accordo. Tenga conto che non era nemmeno chiara quale sarebbe stata la nuova distribuzione degli incarichi, avevo però sottolineato che la soluzione avrebbe dovuta essere trovata in vista della successiva riunione. L’intesa, però, non è arrivata. Al secondo collegio ho partecipato sia ai colloqui informali sia alla riunione, ma la matassa non è stata sbrogliata, quindi ho abbandonato la seduta, visto che non ero d’accordo su come le parti stavano lavorando. Qui le difficoltà di dialogo ci sono da entrambe le parti. Qualcuno ha sfruttato la mia assenza per attaccarmi senza pudore e senza rispetto non solo nei confronti del deputato, ma anche della persona. Visto che l’intesa non è stata raggiunta non ho partecipato nemmeno al collegio di ieri. Mi hanno garantito che adesso verranno fatte una serie di proposte serie. In quel caso alla riunione ci sarò anch’io, poiché sono assolutamente favorevole che all’opposizione siano dati i posti che gli spettano".

Stefano Lusa