Non si era fatto sentire in campagna elettorale. Aveva disertato i confronti e le polemiche tra le liste contrapposte. È entrato in Consiglio comunale senza faticare e ha parlato solo dopo il voto per rallegrarsi dell’ennesima elezione. È uno dei consiglieri comunali capodistraini più longevi in assoluto.

Lui dice che in campagna elettorale ha scelto di “rimanere su un tono minore”. Del resto precisa che questo è lo stile che lo contraddistingue. Non è infatti che fa così da ieri, ma è un tratto che lo accompagna sin dall’inizio della sua lunga carriera politica.

Come in campagna elettorale anche nella polemica sul vicesindaco italiano - che vede contrapposto il vicesindaco uscente Alberto Scheriani e la neoeletta consigliera Ondina Gregorich Diabaté - è rimasto in silenzio. Chi lo conosce non pare certo disposto a scommettere che possa essere coinvolto in qualche modo nella disputa.

Questa mattina - nel corso della trasmissione “Il vaso di Pandora”- ha spiegato che il suo intento è quello di legare e non di dividere. Steffè, sulla questione della nomina del vicesindaco italiano, ha detto ai nostri microfoni che l’ultima parola spetta ad primo cittadino, Aleš Bržan. Il vicesindaco, ha precisato Steffè, è una figura che ha degli aspetti prettamente politici, si tratta, infatti, del braccio destro del sindaco. In questo caso particolare – precisa però Steffè - se questa carica non passa attraverso il consenso della Comunità nazionale italiana “è difficile credere che questa figura possa essere legittimata fino in fondo”.

Stefano Lusa

Mario Steffè Foto: Radio Capodistria/Lara Drčič
Mario Steffè Foto: Radio Capodistria/Lara Drčič