Dopo l’esibizione di sabato scorso a Citadella, in Veneto le 14 canzoni in gara per questa settima edizione del “Dimela cantando” si presentano dunque al pubblico capodistriano. E saranno gli spazi dell’ex chiesa di San Francesco a fare da cornice a questa serata, che come tradizione vuole, precede la finalissima in programma domani a Buie.
A Buie dove intanto questa sera va in scena la terza serata del “Su e zo par el palco” la rassegna dei gruppi filodrammatici. Sul palcoscenico del teatro cittadino, oltre che al gruppo locale si presenteranno quelli delle Comunità degli italiani di Pirano, Isola, Zara e i ragazzini di Umago; Umago che ieri sera ha riscosso grande successo con la filodrammatica adulti che ha proposto il lavoro “Duti i mal no porta mal”.
Apprezzato pure “Le barigole nela tradision isolana” messo in scena dal Gruppo giovanile di Etnoteatro della “Dante Alighieri” di Isola. “Le barigole erano uno spauracchio per i bambini” -racconta Amina Dudine da anni impegnata nel recupero degli usi e costumi e della parlata isolana e aggiunge - “senza dialetto perdiamo la nostra identità; quando lo parliamo si capisce di dove siamo e qual è la nostra storia anche perciò è importante far capire l’importanza del nostro idioma alle nuove generazioni ”.
“Queste serate confermano che l’istroveneto non è solo la lingua dei nostri vecchi ma che è una parlata viva, che ci appartiene e che perciò dobbiamo tutelare e salvaguardare” ha affermato invece Gaetano Benčić che con la Comunita’ degli Italiani di Torre ha proposto “Cosa semo sun sto mondo”. “Il nostro dialetto continuerà ad esistere solo se sapremo mantenere il tessuto sociale e dunque a garantire posti di lavoro e attività alla nostra gente diversamente lo rilegheremo nei dizionari ” ha affermato ancora Benčić sottolineando che “lingua italiana e istroveneto sono due registri importanti ed indispensabili per la salvaguardia dell’ identità del nostro gruppo nazionale; il primo caratterizza il livello istituzionale, amministrativo il secondo rappresenta quello dell’ intimità famigliare, degli amici e della compagnia”.
Tra i partecipanti a quest’ottava edizione del “Su e zo par el palco” pure la filodrammatica giovani della SAC “Fratellanza” di Fiume guidati dalla professoressa Gianna Mazzieri Sanković che mercoledì ha presentato “Futuro purissimo e ricchissimo” dove emergono, con ironia e divertimento i problemi della quotidianità. “Si cerca soprattutto di mantenere vivo il nostro vernacolo che effettivamente ha dei problemi perché sempre meno famiglie decidono di comunicare in fiumano, sempre meno persone si occupano di fiumano scritto ed è questo un problema di cui dobbiamo tenere conto” ha affermato la Mazzieri Sanković ricordando “spesso confondiamo il dialetto con una comunicazione meno valida, più volgare dimenticando che, in effetti, si tratta della nostra madrelingua. A mio avviso fanno male quanti non lo usano perché senza madrelingua si ha difficoltà a mantenere viva l’identità, la tradizione, la cultura, la verve e lo spirito che sta dietro all’ espressione linguistica che contraddistingue la nostra minoranza”. (lpa)